Copiamo la legge elettorale inglese, non quella francese

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Sulla Nuova bussola quotidiana Eugenio Capozzi scrive: «Il secondo turno delle recenti elezioni legislative francesi ha offerto lo spettacolo più emblematico del ritorno, nelle sinistre, dello schema "frontista": la temeraria sommatoria delle forze più disparate e contraddittorie motivata dalla proclamata priorità di impedire la vittoria di schieramenti di destra demonizzati come "fascisti", antidemocratici, pericolosi. (Tempi.it)

Su altre fonti

Il ballottaggio del 7 luglio ha consegnato per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica un'Assemblea nazionale priva di una maggioranza assoluta chiara, anche se il Nuovo Fronte popolare, la coalizione di sinistra nata per frenare l'ascesa dell'estrema destra, dovrebbe rappresentare la forza politica alla guida del nuovo governo. (EuropaToday)

I risultati del voto di domenica scorsa in Francia non possono essere troppo frettolosamente archiviati. Per entrambe vale la lezione che senza il centro non si governa. (Italia Oggi)

“I popoli di due delle più importanti democrazie del mondo si sono recati alle urne per inaugurare una nuova stagione politica. È stata una festa della democrazia che non può lasciarci indifferenti, poiché possiamo ricavare qualche insegnamento utile per noi”, dice in una nota Piero Bitetti, presidente del Consiglio comunale di Taranto. (Blunote)

Il piano di Macron per far fuori Melenchon

"Se l'estrema destra è arrivata prima al primo turno con quasi 11 milioni di voti, avete chiaramente rifiutato di farla entrare nel governo", ha sottolineato Macron. "Nessuna forza politica ha ottenuto da sola una maggioranza sufficiente e i blocchi o le coalizioni che sono emerse da queste elezioni sono tutti in minoranza", ha rimarcato il capo dell'Eliseo. (Adnkronos)

Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che accoglierà il prossimo martedì 16 luglio le dimissioni del primo ministro francese Gabriel Attal e del suo governo dopo l'ultimo Consiglio dei ministri. (Sky Tg24 )

La prima parte della sua strategia, fatta di accordi sottobanco e desistenze varie studiate ad hoc in chiave anti Le Pen lo ha premiato. Se infatti in sede elettorale i voti di France Insoumise (prima forza del fronte popolare per numero di seggi) sono risultati fondamentali per avere la meglio sui lepenisti, una volta incassata la vittoria e con un esecutivo il più europeista possibile da dover formare, l’inquilino dell’Eliseo punta a relegare ai margini la sinistra più radicale. (Nicola Porro)