Eredità Agnelli, sequestrato l'archivio riservato dell'Avvocato
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Il 19 maggio 2004, con una scrittura privata non autenticata, Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, cedeva ai nipoti Elkann – John, Lapo e Ginevra – la nuda proprietà del 41% della Dicembre per 80 milioni di euro, mantenendo per sé il diritto di usufrutto, ossia i dividendi. Questo documento, insieme a un altro riguardante il ruolo di socio d’opera della stessa Marella, entrambi allegati alla "Declaratoria relativa alla composizione e struttura della Dicembre" del 30 giugno 2021 e depositati presso la Camera di commercio di Torino, sarebbero stati manipolati.
La Procura della Repubblica, guidata dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti, ha avviato un'inchiesta che ha portato alla perquisizione dello studio legale Grande Stevens, dove sono stati sequestrati documenti ritenuti cruciali per l'indagine. L'unica discendente vivente dell'Avvocato, Margherita Agnelli, impegnata da anni in un braccio di ferro con i figli, aveva visto respingere dalla Corte d'appello di Torino la richiesta di esaminare il groviglio di carte che costituisce l'origine della Dinasty di Villar Perosa: la creazione della società Dicembre, la cassaforte di famiglia.
Il 15 dicembre 1984, nel salone al piano terra di Villa Frescot, il notaio Ettore Morone certificava la nascita di Dicembre: quote per 99 milioni di lire all'Avvocato, 10mila lire a Marella Caracciolo Agnelli – di professione "designer", si legge nel documento –, mille lire ciascuno per Umberto Agnelli, Gianluigi Gabetti e Cesare Romiti. La società, considerata valida fino al 2100, veniva costituita come "società semplice" per evitare obblighi di presentazione di bilanci pubblici.
Gli inquirenti ipotizzano la falsa declaratoria per la composizione della Dicembre, la cassaforte di famiglia, e spunta il nome di un nuovo indagato: il notaio Remo Morone.