Tragedia sul lavoro a Sant'Antonio Abate: tre indagati dopo la morte di Nicola Sicignano

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Tre persone sono finite nel registro degli indagati a seguito della morte di Nicola Sicignano, operaio di 51 anni rimasto schiacciato da un nastro trasportatore in uno stabilimento per il trattamento dei rifiuti a Sant’Antonio Abate. L’incidente, avvenuto nella serata di lunedì, ha spento la vita del dipendente della SB Ecology, lasciando un vuoto che ora la magistratura cerca di colmare con accertamenti e responsabilità.

Questa mattina il medico legale riceverà l’incarico di eseguire l’autopsia sul corpo di Sicignano, un passaggio cruciale per chiarire le dinamiche dell’infortunio e verificare eventuali negligenze. Quello che è certo, intanto, è che il macchinario coinvolto – un impianto di movimentazione rifiuti – si è trasformato in una trappola mortale, sollevando domande sulle condizioni di sicurezza all’interno dello stabilimento.

A pochi giorni di distanza, un altro lutto ha scosso il mondo del lavoro, questa volta a Maniago, dove Daniel Tafa, 22enne operaio della Stm, ha perso la vita dopo essere stato trafitto da una scheggia metallica durante il turno. La tragedia, risalente al 25 marzo, ha spinto i colleghi – tra cui Elvin, il padre della vittima, impiegato nello stesso stabilimento – a organizzare un sit-in stamattina davanti ai cancelli dell’azienda.

Una protesta silenziosa, quella dei lavoratori, che con la loro presenza hanno voluto denunciare carenze strutturali e chiedere interventi immediati per evitare che simili incidenti si ripetano. “Mi resterà il suo ultimo abbraccio”, ha confessato Elvin, la cui sofferenza è condivisa da decine di operai presenti, molti dei quali provenienti da altre fabbriche della zona in segno di solidarietà.