Si accascia mentre pranza in caserma, muore il caporal maggiore Antonello Simeone

”Non mi sento bene, vado in bagno” queste le ultime parole pronunciate da un militare in servizio alla caserma ‘Lolli Ghetti’ di Cassino ai suoi colleghi. Poi ha perso i sensi ed è deceduto. Inutile ogni soccorso e la corsa verso il vicino ospedale ‘Santa Scolastica’ per il Caporal maggiore Antonello Simeone. La tragedia poco prima delle 14 nella struttura militare di via Vaglie. Il militare, sposato e con figli, viveva a Sant’Ambrogio del Garigliano. (Frosinone News)

Se ne è parlato anche su altri media

Tutte le prime pagine dei quotidiani raccontano la morte di Yahya Sinwar, il capo di Hamas e mente degli attacchi del 7 ottobre, ucciso ieri dall'esercito israeliano in uno scontro a fuoco a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza (Sky Tg24 )

POCO CONOSCIUTO fuori da Gaza e dai circoli islamisti, Sinwar lo è stato per buona parte della sua vita. (il manifesto)

con l’uccisione di Yahya Sinwar la guerra in Medio Oriente volta ancora pagina. Oppure no? È la naturale domanda del giorno dopo l’eliminazione del ricercato numero uno dall’esercito israeliano, quello che era riuscito a sfuggire più a lungo alla meticolosa caccia all’uomo benché non fosse mai uscito dallo scenario più devastato dai colpi dei soldati comandati da Benjamin Netanyahu: la Striscia di Gaza. (Corriere della Sera)

Sinwar, choc e silenzi nel mondo arabo. Meloni: «Ora si apra una fase nuova». Hezbollah: «Pronti all'escalation»

Hamas conferma la morte del suo leader Yahya Sinwar all'indomani dell'annuncio di Israele che ne ha rivendicato l'uccisione nella Striscia di Gaza. A confermare il "martirio" di Sinwar è stato oggi, 18 ottobre, Khalil al-Hayya, leader di Hamas nella Striscia di Gaza, in un discorso trasmesso dalla tv satellitare al-Jazeera in cui Hayya ha ricordato Sinwar come un uomo "risoluto, coraggioso, intrepido". (Adnkronos)

Sul web rimbalzano le immagini della morte di Sinwar, e dei tre soldati dell'Idf che attoniti studiano i lineamenti di quel volto coperto dalla polvere di macerie che si è depositata ovunque in quell'edificio. (Secolo d'Italia)

Chissà quante brigate, azioni, gruppi speciali si contenderanno l’onore di portare il suo nome. Morto un martire, uno Shahid, altri mille sono pronti a prendere il suo posto, si dice in Medio Oriente. (Corriere della Sera)