Fitto, via libera alla nomina a vicepresidente della Commissione europea. Meloni, sospiro di sollievo: adesso l'Italia è più forte
RIO DE JANEIRO Le scommesse da vincere, per Giorgia Meloni, erano due. La prima - fare delle elezioni Europee un referendum sull'operato del suo governo - è stata incassata subito, già alle urne di giugno scorso. Per la seconda, invece, la premier si è ritrovata a dover aspettare qualche mese in più e soffrire un po'. Il risultato però, annunciato dalle agenzie ieri proprio mentre si trovava alla Casa Rosada da Javier Milei, sembra sul punto di essere lo stesso. (ilmessaggero.it)
La notizia riportata su altri media
Niente da fare, tutti vanno in ordine sparso e la prossima settimana ognun per sé al voto per la Commissione. La nomina prestigiosa di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione europea manda in frantumi quei miseri resti di quello che per pura convenzione definiamo Campo largo. (Secolo d'Italia)
Alla fine, grazie agli sforzi politici e diplomatici di Giorgia Meloni e della sua compagine di governo, anche quest'ultimo nodo si è sciolto. E il prossimo 27 novembre potrà formalizzarsi la nuova governance europea - guidata sempre da Ursula von der Leyern - che avrà il difficile compito di gestire - e risolvere - i dossier più cruciali che negli ultimi cinque anni hanno messo quasi in ginocchio l'Unione. (Liberoquotidiano.it)
È necessario rendersi conto che l'Europa è una confederazione di Stati e che questi stessi Stati, attraversati da crisi più o meno profonde, capiscono che se fanno fallire l'Europa ci restano sotto tutti. (ilmattino.it)
Anche Raffaele Fitto, insieme alla spagnola Teresa Ribera, ha ricevuto il via libera del Parlamento europeo per la carica di vicepresidente esecutivo. BRUXELLES – Alla fine l’accordo è stato siglato. (la Repubblica)
'Salva' anche la socialista spagnola Teresa Ribera. Raffaele Fitto sarà commissario europeo e vicepresidente della Commissione Ue. (Fanpage.it)
È il tempo della «responsabilità» istituzionale. «In questo momento, con le enormi sfide che l’Unione europea deve fronteggiare a Est e a Ovest — scrivono i due ex premier — confidiamo che, davanti a candidati qualificati come Teresa Ribera o Raffaele Fitto, non prevalgano le tensioni intestine, in particolare tra i gruppi considerati più europeisti quali i Popolari e i Socialisti». (Corriere della Sera)