Mirko Pellegrini e gli appalti truccati a Roma

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Mirko Pellegrini, imprenditore di Frascati, è al centro di un'inchiesta giudiziaria che coinvolge ben quindici aziende, tutte riconducibili a lui, e che riguarda la manutenzione stradale a Roma. Secondo la Procura, i lavori eseguiti dalle società collegate a Pellegrini sono stati realizzati in modo fraudolento, utilizzando bitume "annacquato" e corrompendo funzionari pubblici per ottenere l'approvazione dei collaudi. Tra gli appalti sotto indagine, figurano anche quelli finanziati con i fondi del Giubileo e quelli destinati alla viabilità per la Ryder Cup di golf dello scorso autunno.

Pellegrini, già noto alle cronache giudiziarie per un coinvolgimento in una vecchia inchiesta di 'ndrangheta, è riuscito negli ultimi due anni a ottenere numerosi appalti per il rifacimento delle strade della Capitale, grazie alle sue sedici società a responsabilità limitata. Le indagini della Procura di Roma si concentrano su 42 appalti, per un valore complessivo di 70 milioni di euro, che spaziano dai ponti sul Tevere a Castel Sant'Angelo.

Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato il modus operandi di Pellegrini, che minacciava i funzionari pubblici per ottenere la firma dei verbali e l'approvazione dei collaudi. In una conversazione, Pellegrini affermava: "Se non mi firma il verbale e non mi approva il collaudo, gli rompo il c...". Questo atteggiamento intimidatorio, unito alla corruzione e alla frode, ha permesso a Pellegrini di consolidare il suo controllo sugli appalti pubblici a Roma.

L'inchiesta ha portato alla luce anche i legami di Pellegrini con il clan Piromalli, una delle più potenti organizzazioni criminali della 'ndrangheta. Al tribunale di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, sono pendenti due processi che vedono Pellegrini coinvolto nelle inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, denominate "Cumbertazione" e "Waterfront".