‘Il tempo che ci vuole’, il coraggio di Francesca Comencini: storia tenera e drammatica di un padre e di una figlia. La recensione di Alberto Crespi

VENEZIA – È un giorno di figlie e di padri. Giovanna Mezzogiorno a Venezia Classici ricorda il Mahabharata di Peter Brook, dove lavorava come attore – sia in teatro, sia nel film – il suo grande papà Vittorio, attore che troppo presto ci ha lasciati. E Francesca Comencini, con il decisivo apporto della sorella Paola alle scenografie, porta fuori concorso Il tempo che ci vuole, incentrato sul suo personalissimo, drammatico, tenerissimo rapporto con il padre Luigi Comencini, uno dei più grandi registi del nostro cinema. (la Repubblica)

Ne parlano anche altre fonti

La regista, figlia di Luigi Comencini, porta fuori concorso alla Mostra di Venezia "Il tempo che ci vuole", film autobiografico ma anche una lettare d'amore al padre. Il racconto della sua dipendenza da sostenze quando era giovane dalla quale riuscì a uscine grazie all'aiuto del grande regista. (la Repubblica)

“Prima la vita, poi il cinema” dice il padre-regista al suo assistente sul set di Le avventure di Pinocchio, rimproverandolo per essersi rivolto maleducatamente agli abitanti del villaggio in cui stanno girando. (Sentieri Selvaggi)

Ieri la regista ha presentato Il tempo che ci vuole. Oggi fuori concorso L’orto americano di Pupi Avati e Horizon – An American Saga 2 di Kevin Costner. (MYmovies.it)

“Il tempo che ci vuole” di Francesca Comencini, a Venezia: lettera d’amore a papà Luigi, grande e dimenticato

“La vita è poliedrica, ha tante facce e ci sono mille modi di raccontare un fatto.” Così scriveva Luigi Comencini, maestro del cinema italiano, autore di opere come Pane Amore e Fantasia, Un ragazzo di Calabria, Incompreso. (Sky Tg24 )

L’inganno scatta proprio qui visto che l’iban di destinazione sarà diverso da quello di provenienza. Truffa del bonifico sbagliato, la nuova frontiera dei raggiri. (Frosinone News)

È una lettera d’amore di una figlia verso suo padre, Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini. In cui, in sceneggiatura e sullo schermo, i personaggi non hanno nome: solo “padre” e “figlia”. (Style - Moda Uomo del Corriere della Sera)