Papa "Fermare terribile escalation in Libano, è inaccettabile"
Articolo Precedente
Articolo Successivo
"Esprimo la mia vicinanza al popolo libanese, che già troppo ha sofferto nel recente passato, e preghiamo per tutti i popoli che soffrono a causa della guerra". Così Papa Francesco al termine dell'udienza generale. "Sono addolorato dalla notizie che giungono dal Libano, dove negli ultimi giorni intensi bombardamenti hanno provocato molte vittime e distruzioni - aggiunge il Pontefice -. Auspico che la comunità internazionale faccia ogni sforzo per fermare questa terribile escalation. (La Provincia di Cremona e Crema)
La notizia riportata su altri media
Va compiuto ogni sforzo per fermare «la terribile escalation» del conflitto in Libano. Così il Papa in Piazza San Pietro, a margine dell’Udienza generale. «Sono addolorato dalle notizie che giungono dal Libano dove negli ultimi giorni gli intensi bombardamenti hanno provocato molte vittime e distruzioni – ha detto il Pontefice -. (Avvenire)
E proprio dal Libano arriva anche in Trentino la testimonianza allarmata della comunità delle suore di Nostra Signora del Buon Servizio che gestiscono scuole e centri di assistenza a Jabboulé e a Jdeidet El Fakiha, nella valle della Bekaa. (Diocesi di Trento)
Il Pontefice che si prepara a un viaggio in Belgio e Lussemburgo, ha invitato i fedeli numerosi a piazza San Pietro nonostante gli scrosci di pioggia a pregare per tutti i popoli che soffrono a causa della guerra: "non dimentichiamo la martoriata Ucraina, il Myanmar, la Palestina, Israele, il Sudan, tutti i popoli martoriati: preghiamo per la pace. (il Dolomiti)
«Non volevo uscire di casa ma mio figlio ci ha costretto. «Ero talmente agitata che mi sono vomitata sul vestito e ora non ho nemmeno un cambio». (Corriere della Sera)
Le Nazioni Unite hanno annunciato che circa 90.000 sfollati si registrano in Libano questa settimana, mentre Israele continua ad attaccare quelli che ritiene siano degli obiettivi di Hezbollah in tutto il Paese e il gruppo libanese risponde ai raid. (l'Adige)
È scappata così, in nove con due macchine e un bambino in braccio, da Aita el-Zot, dieci ore per arrivare a Beirut, bombe a destra e a sinistra. BEIRUT — Sotto il chador, Asmahan ha ancora la veste che usava per lavorare la terra. (la Repubblica)