Alibaba, maxi-multa da 2,78 miliardi: Pechino e la guerra (continua) a Jack Ma

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Corriere della Sera ECONOMIA

Il colosso fondato da Jack Ma ha comunicato di aver accettato la sanzione e si è impegnato a delineare lunedì i piani per rendere le sue operazioni conformi.

I timori delle autorità cinesi vertevano sul fatto che Ant si comportasse come una vera e propria senza averne lo status giuridico, sfuggendo così ai controlli del Partito-Stato.

Le autorità cinesi hanno sanzionato il gigante dell’e-commerce Alibaba con una maxi-multa da 18,2 miliardi di yuan (2,78 miliardi di dollari) per abuso di posizione dominante. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri giornali

Alibaba accetta la sanzione. (Cina) - Continua l'accanimento da parte delle autorità cinesi nei confronti del gigante dell'e-commerce Alibaba. (Corriere dello Sport.it)

Per alcune banche, i prestiti facilitati da terzi, comprese le società fintech, sono cresciuti rapidamente negli ultimi anni. Se eccessivamente concentrati su poche piattaforme internet, in caso di rischi, l’intero sistema finanziario potrebbe trovarsi in pericolo. (Il Sole 24 ORE)

Il gruppo ha promesso di abbassare i costi operativi per i commercianti sulle sue piattaforme. "Abbiamo una comunicazione continua con i regolatori", ha proseguito Zhang, aggiungendo che la società "rispetterà pienamente" i requisiti. (AGI - Agenzia Italia)

Troppo ricche, troppo potenti, troppo pericolose: da tempo il partito comunista cinese ha preso di mira le piattaforme, in particolare Alibaba. L’azienda di Jack Ma era già stata avvisata mesi fa, quando la quotazione (record) a Hong Kong di Ant Financial era stata bloccata. (Il Manifesto)

La State Administration for Market Regulation (SAMR), ovvero l’autorità antitrust cinese, ha inflitto una multa di 18,2 miliardi di yuan (circa 2,8 miliardi di dollari o 2,3 miliardi di euro) ad Alibaba per abuso di posizione dominante e quindi per violazione della legge contro i monopoli. (Punto Informatico)

“L’Amazon di Pechino” dovrà infatti versare nelle casse dell’erario ben 18.2 miliardi di yuan, che al cambio fanno 2.78 miliardi di dollari. Ad ottobre, infatti, il miliardario dagli occhi a mandorla aveva criticato in maniera pubblica il governo comunista di Pechino, ed era poi scomparso fino a riapparire “misteriosamente” a fine gennaio (Computer Magazine)