Calamità naturali, la polizza non basta
Oggi non si tratta più di chiedersi se questi eventi catastrofici si ripeteranno, ma quando lo faranno. E la domanda che segue, immancabile come un ritornello, è sempre la stessa: chi paga i danni? Il governo, con un colpo di realismo che merita riconoscimento, ha deciso che le imprese devono correre ai ripari stipulando entro il 31 dicembre 2024 polizze assicurative obbligatorie contro i disastri naturali. (L'Eco di Bergamo)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Nonostante i miliardi di danni e gli eventi catastrofici sempre più frequenti (basta pensare alla Romagna) sembra che la consapevolezza dell’importanza di un’assicurazione contro i rischi naturali sia ancora limitata tra gli imprenditori italiani. (Panorama)
In questo ambito si colloca il decreto interministeriale che dal primo gennaio 2025, obbligherà tutte le imprese italiane a sottoscrivere una polizza assicurativa specificatamente dedicata alle calamità naturali. (il Resto del Carlino)
In questi giorni il Governo sta lavorando al decreto attuativo relativo all’obbligo di assicurazione proprio contro questi eventi, ma sempre secondo la stessa indagine sono pochissime le aziende a conoscenza della norma; appena 2 su 10. (Italia Oggi)
Un altro criterio fondamentale per la formazione del premio, e in subordine per l’ammissibilità della proposta assicurativa, è la mitigazione del rischio. (Liberi oltre le illusioni)
212/2023 , alla fine dello scorso anno. C’è un altro obbligo di assicurazione contro le calamità naturali che pende, non sulle imprese, ma sui cittadini . (Il Sole 24 ORE)
All’ennesima tornata di piogge monsoniche, allagamenti e danni si accoppia il tema, diventato stringente, dell’obbligo di assicurazione catastrofale per le imprese. Che si arrabbiano, almeno a sentire il presidente nazionale di Confindustria, Emanuele Orsini: «Potrebbe accadere che nei territori dove ci sono problemi gli industriali non investano più. (Corriere della Sera)