Qassem celebra una vittoria fasulla. Ma i jihadisti si riprendono la Siria
«Dopo il cessate il fuoco respiriamo un sentimento di vittoria». Sembrerà incredibile, ma Naim Qassem inizia così il suo primo discorso da segretario generale di Hezbollah, carica conseguita grazie all'eliminazione di Hassan Nasrallah e di altri possibili candidati. Un sentimento a dir poco anomalo. Anche perché secondo le stime israeliane il Partito di Dio ha perso, oltre a Nasrallah, 14 alti dirigenti appartenenti al suo nucleo fondante e un centinaio di comandanti di divisione, brigata e battaglione. (il Giornale)
La notizia riportata su altri media
Un cessate il fuoco al momento ancora molto precario. In questi giorni Israele ha emesso ordini di coprifuoco in alcune zone del Libano al di sotto del fiume Litani, ha sparato e ferito due giornalisti libanesi a Khiam, ha attaccato con un drone un deposito di Hezbollah – il gruppo sciita non ha confermato si trattasse di un suo deposito – a sud di Sidone (fuori dalla zona tra il Litani e il confine), continua a sorvolare con droni il sud del Libano e la Bekaa, a est. (il manifesto)
Protesta l'esercito libanese: “Violata la tregua”. Messaggio di Netanhayu ai miliziani: "Se salta, guerra a tutto campo". (Sky Tg24 )
Israele: non stiamo violando la tregua in Libano 02 dicembre 2024 (Il Sole 24 ORE)
Israele accusa Hezbollah, la milizia sciita filo-iraniana, di approfittare della tregua per spostare arsenali, piazzare mortai e lanciarazzi in luoghi troppo vicini alle truppe dell’Idf (Israeli Defence Forces) in territorio libanese. (Corriere della Sera)
Bulldozer ed escavatori hanno iniziato a rimuovere le macerie da una delle strade principali della città, dove la maggior parte degli edifici è stata rasa al suolo durante i combattimenti. Dopo il concordato cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah, sono iniziati i lavori di ricostruzione nella città di Nabatiye, nel sud del Libano. (LAPRESSE)
La maggior parte delle saracinesche è abbassata. Soltanto un piccolo supermercato accoglie qualche cliente. (La Stampa)