Le borse mondiali travolte dai dazi di Trump, Milano crolla come dopo l'11 settembre

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ECONOMIA

Gli ultimi due giorni hanno trasformato i mercati finanziari in un campo minato, dove ogni passo sembra tradursi in perdite miliardarie. La decisione dell’amministrazione Trump di imporre dazi su una vasta gamma di prodotti, definita da alcuni analisti come la "mossa protezionistica più violenta degli ultimi 95 anni", ha innescato una reazione a catena che ha spazzato via il fragile ottimismo dei rally di fine anno. Wall Street, dopo aver chiuso giovedì in rosso del 5,8%, ha confermato il tonfo venerdì con un ulteriore crollo, trascinando nel vortice tutte le principali piazze europee e asiatiche.

Se il primo giorno di ribassi aveva già allarmato gli investitori, il secondo è stato ancora più devastante. Milano, in particolare, ha registrato un calo del 6,5%, un dato che in alcuni momenti ha perfino superato quello del crollo seguito all’11 settembre 2001. Le perdite complessive in Europa hanno superato i 1.240 miliardi in 48 ore, con Londra, Francoforte e Parigi tutte in picchiata. Il Nasdaq e il Dow Jones hanno chiuso con perdite superiori al 5%, mentre il petrolio, specchio delle tensioni globali, ha continuato a scivolare.

La Banca d’Italia ha già rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2025, portando la previsione del Pil allo 0,6%, ma l’incognita più grande resta la possibile escalation delle contromisure da parte dell’Unione Europea e della Cina. Trump, dal canto suo, ha annunciato l’intenzione di estendere i dazi anche a farmaci e semiconduttori, alimentando ulteriormente le paure di una guerra commerciale senza precedenti.