Neonati sepolti a Parma, il fidanzato di Chiara Petrolini: «Avevamo rapporti non protetti, ma diceva di prendere la pillola»

«Vorrei dare una spiegazione a chi non se la dà. Il primo bacio è stato in discoteca, oggi è come se fosse un ricordo sporcato. L'anno scorso, a settembre, quando ci siamo rimessi insieme mi sono tatuato sul polso il suo nome. Quando ci siamo lasciati la prima volta l'avevo tradita. Prima che succedesse tutta questa cosa, nella relazione, lo str...o ero io, e lei quella che mi riportava sempre sulla strada giusta. (Vanity Fair Italia)

Ne parlano anche altri media

La procura di Parma ha presentato appello contro l’ordinanza del Gip che ha disposto gli arresti domiciliari per Chiara Petrolini, la giovane di Traversetolo accusata nel caso dei neonati morti e sepolti nel giardino della sua abitazione. (la VOCE del TRENTINO)

Parla Samuel, fidanzato di Chiara Petrolini: “Vorrei chiamare i bambini Domenico e Angelo” In una lunga intervista a Repubblica, il fidanzato di Chiara Petrolini racconta l'inganno che ha vissuto e la drammatica scoperta di quei due bambini che erano suoi: "Lei temeva il giudizio degli altri" (Dire)

La procura di Parma, guidata da Alfonso D’Avino, ha presentato un ricorso al Tribunale del riesame di Bologna, chiedendo il carcere per Chiara Petrolini, la 21enne accusata di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e soppressione di cadavere per i due neonati rinvenuti nel giardino di casa. (LAPRESSE)

Neonati sepolti, parla l’ex fidanzato di Chiara Petrolini: “Vorrei chiamare i miei figli Domenico e Angelo”

Quando ci siamo lasciati la prima volta l'avevo tradita. Prima che succedesse tutta questa cosa, nella relazione, lo str...o ero io, e lei quella che mi riportava sempre sulla strada giusta. (Corriere della Sera)

La procura di Parma ha chiesto il carcere per Chiara Petrolini, la giovane di Traversetolo (Parma) accusata di aver partorito e poi seppellito i suoi due figli nel giardino dell'abitazione dove viveva con i genitori e il fratello. (Sky Tg24 )

Continuo a vivere e a lavorare, non mi fermo. La voce trema, la decisione se rispondere o meno alle domande è stata sofferta, e Samuel spiega: «Su di me c’è una pressione costante. (la Repubblica)