Vance in Vaticano, tra meraviglia e dissidi: l’incontro con Parolin ma niente udienza con il Papa
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JD Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, ha varcato ieri la soglia del Palazzo apostolico con lo sguardo di chi, pur abituato alle stanze del potere, non resiste allo splendore di quei corridoi. «Oh wow, how beautiful it is…», ha mormorato alzando gli occhi verso gli affreschi della terza loggia, mentre le guardie svizzere in uniforme di gala lo precedevano. Al suo fianco, la famiglia: il figlio maggiore per mano, la moglie Usha con gli altri due bambini al seguito, in un quadro che mescolava formalità e quotidianità. Ad accoglierlo, però, non c’era Francesco, ma il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, insieme a monsignor Paul Gallagher, “ministro degli esteri” della Santa Sede.
La visita, inserita in un viaggio romano che ha visto Vance alternare impegni istituzionali e momenti turistici, aveva un significato politico evidente. Già all’arrivo a Ciampino, venerdì 18 aprile, il paesaggio italiano – «costruito da chi ama gli esseri umani e Dio», come ha osservato – sembrava anticipare il doppio binario del suo soggiorno: da un lato la diplomazia, dall’altro le celebrazioni pasquali. In tenuta informale, con i figli in calzoncini nonostante il tempo incerto, la famiglia ha percorso Roma prima dell’appuntamento vaticano. Ma se la città eterna ha offerto accoglienza, il Quirinale e soprattutto il Vaticano hanno riservato toni più freddi.
L’assenza di Bergoglio, in convalescenza dopo le recenti cure al Gemelli, non è di per sé una sorpresa. Tuttavia, la scelta di non concedere nemmeno un breve saluto – pur non essendo previsto – riflette le tensioni tra Washington e la Santa Sede su temi come la guerra in Ucraina e la gestione dei migranti. Vance, che nel suo libro Elegia americana ha raccontato il mondo dei white trash degli Appalachi, ereditando dalla nonna una fede cristiana anti-istituzionale («non riusciva a dire “religione organizzata” senza disprezzo»), si è trovato a dialogare con Parolin su scenari globali che dividono le due sponde dell’Atlantico.