Mondiali 2034 in Arabia Saudita, un progetto ambizioso e controverso

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SPORT

L'assegnazione dei Mondiali di calcio del 2034 all'Arabia Saudita, annunciata ufficialmente dalla FIFA, ha suscitato un misto di entusiasmo e preoccupazione. Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha sottolineato come la Coppa del Mondo rappresenti un catalizzatore unico per un cambiamento sociale positivo e per l'unità, unendo le nazioni attraverso lo sport. Tuttavia, non mancano le critiche, soprattutto in merito ai diritti umani e alle condizioni dei lavoratori coinvolti nella costruzione delle infrastrutture necessarie per ospitare l'evento.

L'Arabia Saudita, guidata dal principe ereditario Mohammed bin Salman, ha pianificato di costruire una città futuristica, Neom, che sarà una delle sedi del torneo. Questo progetto, che prevede un investimento di almeno 500 miliardi di dollari, è emblematico della volontà del regno di modernizzare le proprie strutture e di affermarsi come leader nel mondo arabo. Attualmente, sono già pronti tre stadi, mentre altri otto sono in costruzione, con l'obiettivo di proporre un totale di 15 impianti per il torneo.

Nonostante il calcio sia più popolare in Arabia Saudita rispetto al Qatar, che ha ospitato i Mondiali del 2022, le preoccupazioni riguardano principalmente le condizioni di lavoro degli operai impiegati nei cantieri. In risposta a queste critiche, il responsabile della candidatura saudita, Albalawy, ha dichiarato che è stato introdotto un sistema di protezione salariale per tutelare i lavoratori. Tuttavia, rimane il timore di possibili incidenti e violazioni dei diritti umani, come già avvenuto in passato in situazioni simili.

L'assegnazione dei Mondiali all'Arabia Saudita rappresenta un'importante vittoria per il regno, che ha investito massicciamente nello sport globale. I festeggiamenti per l'annuncio ufficiale si sono svolti in tutto il Paese, con fuochi d'artificio e musica nelle piazze di Riad