Pogacar domina sul Galibier, perché al Tour de France è dura per Vingegaard e i suoi avversari

L’intelligenza artificiale elabora tattiche di gara impeccabili, l’industria ciclistica sforna missili a pedali, sorsate di carboidrati di ultima generazione pompano benzina super nei muscoli. Ma dopo un’ora di salita alla morte, l’ultimo chilometro del glorioso Col du Galibier resta una lama inclinata al 10% che sfiora 2.700 metri di quota, dove ogni scatto è a rischio asfissia. Non per Tadej Pogacar a cui ieri sono bastati gli ultimi 880 metri del Moloch alpino per devastare il gruppo. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altre testate

A inaugurare la due giorni sarà la tradizionale cena di gala, in programma questa sera a Piazzale Michelangelo, uno dei luoghi più affascinanti di Firenze. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Nell’ultimo tratto dell’ascesa lo sloveno ha attaccato e i capitani di Visma-Lease a Bike e Soudal-Quickstep hanno provato a rispondere, ma sulla cima del primo GPM hors catégorie di questo Tour de France pagavano già qualche metro di svantaggio. (RSI.ch Informazione)

TOUR DE FRANCE - Comincia il Galibier e la UAE Emirates si mette a tirare ai piedi della salita per imprimere una certa andatura e eliminare i compagni di squadra dei rispettivi capitani. Ad un certo punto, infatti, Vingegaard resta da solo, Roglic resta da solo e Carlos Rodríguez resta da solo. (Eurosport IT)

Re sul Galibier e maglia gialla: chi ci è riuscito prima di Pogacar e com’è andato il suo Tour

Pogacar festeggia il suo clan, poi arriva il saluto di Evenepoel (Eurosport IT)

Scatenato, traboccante di rabbia agonistica negli ultimi due chilometri del Galibier e poi tutto solo lungo la discesa verso Valloire, Tadej Pogacar si è ripreso la maglia gialla e dopo quattro tappe ha fatto capire (a Jonas Vingegaard ma anche agli altri) che togliergli il terzo Tour de France sarà un compito durissimo. (Corriere della Sera)

Lo sloveno ha infiammato la quarta tappa del Tour de France, attaccando sulla salita alpina per poi seminare in discesa gli ultimi inseguitori. Indubbiamente una grande prova di forza, impreziosita proprio dallo scenario in cui si è verificata. (La Gazzetta dello Sport)