Flow: recensione del film d’animazione di Gints Zilbalodis
Un gatto nero è protagonista e naufrago in una suggestiva opera d’animazione dove è l’avventura a parlare e incantare. Anche Flow, come Il robot selvaggio di Chris Sanders, parte dall’idea oggi come mai imprescindibile di immaginare un mondo dove l’essere umano non è perpetuo, ma sopravvive solo nelle tracce del passato. Se il film d’animazione della DreamWorks ragiona e racconta attraverso un inevitabile linguaggio compromissorio per il tipo d’opera di largo consumo che è – l’uso delle parole, l’arco di formazione e le spiegazioni –, il lavoro del giovane regista lettone Gints Zilbalodis, classe 1994 in sceneggiatura con Matīss Kaža, è invece radicale. (My Red Carpet)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Ci sono film e serie che sembrano arrivare nel posto giusto al momento giusto. Non si sa come questo possa accadere: c’entra il caso, ovviamente, accompagnato anche da una certa lungimiranza da parte dei produttori e dei distributori. (Today.it)
Regia di Cristina Comencini. Il treno dei bambini, il trailer ufficiale del film HD. (MYmovies.it)
Serena Rossi incanta la Festa del Cinema di Roma, esibizione voce e chitarra da brividi 21 ottobre 2024 (Il Sole 24 ORE)
Un punto in comune della Festa del Cinema di Roma 2024 sembra essere l'emotività. Questo vale anche per il film originale Netflix Il treno dei bambini, presentato in anteprima e in arrivo il 4 dicembre. (Movieplayer)
Il treno del bambini si basa sul best seller omonimo di Viola Ardone, ed è preceduto cinematograficamente dal bellissimo documentario Pasta nera di Alessandro Piva del 2011. Amerigo Speranza ha un destino nel nome: si chiama come il luogo lontano in cui suo padre (forse) è emigrato per cercare fortuna, e il cognome evoca i sentimento che convincerà sua madre a spedirlo dai Quartieri Spagnoli di Napoli ad un Nord non meglio identificato, dove forse i Comunisti mangiano i bambini, ma forse invece li salvano dalla miseria. (MYmovies.it)
Con lei ci sono tante altre madri smunte del sud che hanno accompagnato i figli al «treno delle felicità» e sono pronto a lasciare la loro mano per mandarli al Nord dove saranno salvati dalla fama grazie a un'iniziativa del Partito comunista e dall'Unione donne italiane dell'immediato dopoguerra. (ilmattino.it)