Lautaro trascina l’Inter in semifinale: la furia del Toro che non si ferma
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Non c’è partita, ormai, in cui Lautaro Martinez non lasci il segno. Anche contro il Bayern Monaco, quando l’Inter sembrava in difficoltà, è stato lui a indicare la strada. Un errore sul corner di Dimarco, certo, ma subito dopo la reazione: un gol che ribalta l’incontro e scatena San Siro. Quella furia, quell’istinto da predatore che lo caratterizza, non conosce pause. E se il Toro fiuta l’occasione, non la lascia sfuggire.
Marco Materazzi, dalla tribuna, osservava la scena con la mente già proiettata al passato. Non a Guardiola per l’ipotetica finale contro il Barcellona – troppa la strada ancora da fare – ma a quel 2010 in cui l’Inter scrisse la storia. E oggi, come allora, c’è un capitano che incarna lo spirito della squadra. "Lautaro sotto la curva è l’immagine di un sentimento che unisce tutto il mondo nerazzurro", ha detto l’ex difensore, cogliendo perfettamente il legame tra il giocatore e i tifosi.
Marcus Thuram, stremato dopo la battaglia, non ha nascosto la fatica: "Ho i crampi, voglio solo dormire". Ma tra un sospiro e l’altro, ha trovato le parole per descrivere la complicità con il suo compagno d’attacco. "Giocare con lui è bello, è un grande attaccante". E in effetti, i numeri parlano da soli: 150 gol con la maglia dell’Inter, un traguardo che lo stesso Lautaro ha celebrato con orgoglio. "Rappresentare questo club è un onore – ha detto – e oggi abbiamo dimostrato carattere".