Banche, che affare quelle ops. Volano le azioni coinvolte nel risiko. Ma possono crescere ancora?

Quando nel giugno scorso la Bce ha iniziato a tagliare i tassi, molti analisti si aspettavano che il periodo d’oro per le azioni bancarie fosse finito. Con meno ricavi – era il ragionamento fatto nelle sale operative – gli istituti avrebbero realizzato meno profitti e quindi staccato meno dividendi, riducendo la redditività prospettica. Chi fosse andato corto però avrebbe perso la scommessa. Se nei trimestri successivi le banche hanno effettivamente ridotto il margine di interesse, a sostenere le quotazioni ci ha pensato il consolidamento. (Milano Finanza)

La notizia riportata su altri giornali

Immancabile Lando Maria Sileoni. Sul palco: Roberto Cascella, Ilaria Dalla Riva, Roberto Speziotto e Andrea Merenda, responsabili delle risorse umane di Intesa Sanpaolo, Unicredit, BancoBpm e Bper; Paolo Citterio, Stefano Cefaloni, Gianpaolo Fontana e Antonella Sboro, per la Fabi. (FABI)

“Quando ascoltate alcuni amministratori delegati che, con molta enfasi, parlano della loro banca a difesa delle loro persone, non dovete crederci neanche un attimo”. Tutte le staffilate a sorpresa di Sileoni (Fabi) ai grandi banchieri sotto Ops (Start Magazine)

Intense manovre delle banche italiane. Ha un certo rilievo Unicredit, che ha lanciato un’Opa su Commerzbank, gruppo tedesco, ma non sono da meno le azioni in atto per formare il terzo polo del settore bancario, alle spalle delle più grandi Intesa Sanpaolo e Unicredit. (FIRSTonline)

Il gioco dell’Opa tra Unicredit, Mps, Generali, Mediobanca, Unipol, Banco Bpm, Bper e Popolare Sondrio: da Orcel a Lovaglio, da Nagel a Castagna, da Pedarzini a Caltagirone, i protagonisti, le date e le mosse strategiche del risiko

Lando Maria Sileoni, il segretario generale degli autonomi della Fabi, il primo sindacato dei bancari, ha lanciato il suo messaggio ai mercati ieri a Milano, la capitale finanziaria d’Italia, con 230 miliardi di risparmi delle famiglie in crescita del 10%, quasi la metà dei 550 miliardi dell’intera Lombardia. (Il Sole 24 ORE)

C’è stato un tempo in cui le banche italiane erano le grandi reiette d’Europa, affossate da manager spregiudicati e ricapitalizzazioni sanguinose. Quell’epoca è finita: dopo un decennio faticoso, ha ricordato il presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) Antonio Patuelli, l’industria nazionale del credito e del risparmio si fa sentire con “una grande spinta al rafforzamento”. (WIRED Italia)

C’è un momento in cui le banche non parlano più con i numeri ma con le mani nelle carte, nel capitale, nei nervi. Il risiko bancario italiano – termine ormai abusato ma perfettamente calzante – ha raggiunto il suo atto più denso, e la partita a scacchi diventa più che altro di poker, con tre date chiave in tre giorni consecutivi: giovedì 27 marzo l’assemblea UniCredit, venerdì 28 la presentazione del piano Unipol, sabato 29 la scadenza delle liste per il nuovo cda di Generali. (MOW)