Elezioni USA e Ordine Mondiale
(di Renato Scarfi ) Tra pochissimi giorni gli americani andranno alle urne per eleggere il prossimo presidente degli Stati Uniti. Si tratta di un evento di portata mondiale, anche se i soli a parteciparvi direttamente saranno gli elettori statunitensi, che attira anche l’attenzione di quelle popolazioni che non hanno la fortuna di poter scegliere i propri rappresentanti. Non stupisce, quindi, che cresca l’attesa per un evento che potrebbe avere profonde implicazioni per le future relazioni internazionali e per gli equilibri mondiali. (Difesa Online)
Se ne è parlato anche su altri media
Dovremmo parlare di election weeks, election months: nel senso che c'è tanta, tanta gente, milioni di americani che stanno già votando, che hanno già votato addirittura qualche settimana fa. In realtà il termine election day non descrive bene quello che accade qui negli Stati Uniti (Corriere TV)
A sette giorni dall’Election Day, in programma il 5 novembre, hanno votato 50,5 milioni di americani, tra voto per posta e voto anticipato in persona. E’ sfida all’ultimo voto tra Trump ed Harris. (StrettoWeb)
Eppure attenzione. Al 30 ottobre, la media sondaggistica di Real Clear Politics dava Donald Trump leggermente avanti in tutti questi Stati, eccezion fatta per il Michigan, dove Kamala Harris era in vantaggio dello 0,5%. (Panorama)
WASHINGTON – Più di 47 milioni di elettori americani hanno già votato: di persona più di 24 milioni, via posta oltre 23 milioni. (la Repubblica)
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Si confrontano Mark Landler, già corrispondente del New York Times dalla Casa Bianca e oggi a capo della redazione di Londra del quotidiano americano, il direttore responsabile dell’edizione italiana del New York Times International Mario Platero e l’editorialista del Corriere della Sera Federico Rampini in collegamento da New York. (Corriere TV)