Filippo Turetta: “Ho 20 mila foto di Giulia nel telefono, ogni volta che ci vedevamo le scattavo”

«Ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei o a entrambi insieme. Mi piaceva farlo ed era un'abitudine. Ci saranno almeno tra le 15mila e le 20mila foto nella galleria del mio cellulare». Un segno di un legame che non aveva voluto fosse spezzato, o forse un altro elemento di quella sensazione di «possesso» legata a una visione patriarcale. Il particolare viene rivelato da Filippo Turetta,… (La Stampa)

La notizia riportata su altri media

Pomeriggio Cinque mostra le ultime immagini di Giulia Cecchettin in vita, mentre starebbe tentando di fuggire dall’auto di Filippo Turetta, accusato dell’omicidio della giovane studentessa, avvenuto l’11 novembre 2023. (Mediaset Infinity)

Nel video si vede l'ultima fase dell'aggressione perpetrata da Filippo Turetta nei confronti della giovane di Vigonovo: 75 coltellate, 75 colpi mortali. Sono due i contenuti inediti andati in onda oggi, 28 ottobre, a Pomeriggio Cinque. (ilmattino.it)

Sono emersi nuovi dettagli sul memoriale di 80 pagine scritto da Filippo Turetta in carcere: in base a quanto riportato dal Corriere della Sera , il reo confesso dell’ omicidio di Giulia Cecchettin avrebbe scritto: “Io ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei (sempre scritto in maiuscolo nel memoriale, ndr) o a entrambi insieme. (Sky Tg24 )

Filippo Turetta: “Ho mentito perché temevo di perdere i miei genitori. Nel mio telefono 20 mila foto con Giulia Cecchettin”

Nel video si vede l'ultima fase dell'aggressione perpetrata da Filippo Turetta nei confronti della giovane di Vigonovo: 75 coltellate, 75 colpi mortali. La chiamata del testimone del primo litigio. (ilgazzettino.it)

Sì... «Mmmmm, boh, forse non lo so bene, forse per... (Liberoquotidiano.it)

Anche temi toccati durante la seconda udienza nell’aula della Corte d’Assise di Venezia, venerdì mattina: Turetta non aveva detto tutta la verità sull'omicidio di Giulia nel primo interrogatorio con i magistrati perché – ha raccontato –temeva che i suoi genitori pensassero "che potesse esserci una sorta di premeditazione". (la Repubblica)