Brasile, storica sentenza della Corte Suprema: le rivendicazioni territoriali degli Indios non si possono bloccare

Una storica sentenza per il Brasile e una buona notizia per la lotta al cambiamento climatico. A Brasilia, la Corte Suprema ha liquidato il tentativo dello Stato di Santa Catarina, spalleggiato dalle compagnie agricole, di bloccare l'espansione dell'area territoriale reclamata da un gruppo indigeno. Nove degli undici giudici si sono schierati a favore dei nativi premiandoli con una vittoria che va ben oltre la loro singola istanza e avrà importanti implicazioni per tutto il territorio brasiliano, in particolare per i destini della foresta amazzonica (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Ieri sera era già stata raggiunta la maggioranza a favore dei nativi grazie al voto decisivo del giudice Luis Fux, ma il dibattito è proseguito tutta la notte. (Oggi Treviso)

Corte che ha polverizzato la teoria con il verdetto: «Le aree occupate dagli indigeni e le aree riconducibili ai loro ascendenti e alle loro tradizioni devono godere di protezione costituzionale, anche se non sono delimitate», ha affermato il giudice Luiz Fux. (Corriere del Ticino)

La storica sentenza rappresenta una sonora sconfitta per la potente lobby agricola, appoggiata dall’ex presidente di destra Jair Bolsonaro. (RSI.ch Informazione)

La bocciatura è una vittoria storica per i popoli indigeni del Brasile e una conferma dei diritti indigeni garantiti dalla Costituzione Federale»: lo annuncia Survival International, organizzazione che da anni si batte per i diritti dei popoli indigeni. (Terra Nuova)

Lo scorso 21 settembre la Corte Suprema del Brasile ha respinto la cosiddetta "argomentazione temporale", secondo la quale i popoli nativi non dovrebbero avere diritto alle terre in cui non erano presenti nel 1988, anno in cui fu ratificata l'attuale Costituzione del Paese. (Euronews Italiano)

Infatti, la Corte Suprema brasiliana ha dichiarato l’incostituzionalità del “Marco temporal“(o “Limite temporale”), secondo cui le popolazioni native che non avessero dimostrato di abitare fisicamente le loro terre prima del 5 ottobre 1988 – data in cui venne promulgata la Costituzione brasiliana – avrebbero perso il diritto alla demarcazione ufficiale e alla protezione delle loro terre ancestrali. (L'INDIPENDENTE)