La vergogna a Gaza. Assalto agli aiuti umanitari. Saccheggiati 98 camion

"Uno dei più gravi episodi di saccheggio in 13 mesi di guerra a Gaza". Così una portavoce della agenzia umanitaria Unrwa ha descritto l’impatto della imboscata tesa a un convoglio umanitario il 16 novembre al valico di Kerem Shalom, nel profondo sud della Striscia. Per la popolazione, che da mesi è in lotta perpetua con la fame ed è allo stremo delle forze, si è trattato di un colpo ulteriore. Il tragitto del convoglio, composto da 109 camion, era stato organizzato in fretta ed era diretto verso una strada poco nota agli autisti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Questi laboratori devono essere smantellati e gli agenti patogeni devono essere distrutti". In tutto il mondo esistono 300 laboratori di questo tipo, finanziati dagli Stati Uniti. (Il Giornale d'Italia)

L'episodio risale a sabato, ma se ne è avuta notizia solo ora. Philippe Lazzarini (Unrwa): «Sta diventando impossibile operare nella Striscia» (Open)

Ginevra, 18 nov. - "Non esiste un piano B all'interno della famiglia delle Nazioni Unite, perché non esiste nessun'altra agenzia in grado di svolgere le stesse attività". Così il commissario generale dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, durante una conferenza stampa a Ginevra, mentre Israele ha deciso di bandire l'agenzia. (Il Sole 24 ORE)

Attacco all’Unrwa. A rischio futuro dei ragazzi di Qalandiya

"Più di 20 membri delle bande coinvolte nel furto dei camion degli aiuti umanitari sono stati uccisi in un'operazione di sicurezza condotta dalle forze di sicurezza in collaborazione con i comitati tribali", ha affermato il ministero in una nota. (Corriere Delle Alpi)

E questo segnale dovrebbe udirsi in ogni parte del mondo, dalle sale dove si riuniscono i membri del G20 a tutte le capitali del mondo". Così il presidente ucraino Voldymyr Zelensky su Telegram dopo l'attacco russo che oggi ha fatot 8 morti a Odessa. (Tuttosport)

«Ogni giorno riceviamo decine di persone», ci dice la dottoressa Majda Nasser, «come tutti i profughi gli abitanti di Qalandiya non hanno la copertura sanitaria dell’Autorità nazionale palestinese. Una giovane con un bimbo in braccio è pronta per un prelievo di sangue nel laboratorio. (il manifesto)