Ndrangheta: "se non pagano gli taglio il cuore". Minacce e violenze su dipendenti
– “Comunque qualche cosa di soldi ci danno lo stesso, certo non tutto” ma “ce li devono dare, noi abbiamo rischiato, ce li devono dare se no… Se no entro dentro casa e gli taglio il cuore”.
“Le minacce – ha spiegato ancora l’ad – sarebbero molto gravi, anche di morte, coinvolgendo anche le famiglie dei dipendenti“.
Un tornaconto economico, sosteneva Molè, doveva essere loro riconosciuto comunque, se non altro per il rischio corso di essere scoperti. (Quotidiano online)
La notizia riportata su altre testate
Ci sono anche tre portuali di Livorno tra i tredici arresti in carcere nell’inchiesta della Dda di Firenze contro il traffico di droga proveniente dal Sudamerica gestito dalla ‘ndrangheta. All’obbligo di dimora il gip ha sottoposto un altro livornese che avrebbe. (IL TELEGRAFO)
A far accendere i fari della Dda sul porto di Livorno, è stato l’arrivo dalla Piana di Gioia Tauro di Rocco Molè e Simone Ficarra. Come le grandi holding, a nche la ’ndrangheta produce dove è più conveniente. (La Nazione)
Firenze, 18novembre 2021 - Elena Meini, consigliere regionale toscano della Lega, è la presidente della Commissione d'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose. La Toscana ha la forza di una comunità coesa che sente forte il valore della legalità ma oggi questo non basta più" (La Nazione)
Quello che la Fondazione Antonino Caponnetto dice da tempo è quindi confermato dai fatti: la 'ndrangheta controlla parte del porto di Livorno alla stregua di quanto accade con i porti del nord Europa. (IL TELEGRAFO)
Farioli, infine, avrebbe fornito supporto logistico mettendo a disposizione un appartamento per consentire la permanenza temporanea dei componenti dell'organizzazione e nascondere provvisoriamente la droga recuperata nei container In particolare Antonini, indicato dal gip come referente principale nell'area di Livorno della organizzazione, avrebbe fornito supporto logistico creando le condizioni favorevoli a far uscire la droga dall'area portuale, curando il posizionamento dei container interessati. (LivornoToday)
Alla vigilia del colpaccio, Antonini dice: «Ce n’è quattro (di calabresi, ndr) a dormire a casa mia, ormai non si può più uscire, ormai siamo legati con loro. ormai siamo affiliati con loro». In queste carte c’è anche una storia di pistola («la bimba», come la chiamano) nel quale è coinvolto l’Antonini (Corriere Fiorentino)