Libia-Italia. Inchiesta su Bija e Osama, ufficiali libici, per traffico di esseri umani
La notizia investigativa segue la sentenza della Cassazione che conferma che assegnare i migranti soccorsi in mare ai guardacoste libici è reato. Ong: ora class action contro il decreto Piantedosi (Avvenire)
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E’ una condotta che infrange il Codice della navigazione in tema di “abbandono in stato di pericolo di persone minori o incapaci, e di sbarco e abbandono arbitrario di persone”. Affidare migranti ai guardiacoste di Tripoli è un reato perché la Libia non rappresenta un porto sicuro. (NT+ Diritto)
La Libia «non è un porto sicuro». Sono questi i passaggi chiave di una sentenza della Corte di Cassazione destinata a fare giurisprudenza, dato che mette fuorilegge la prassi ormai stabilita e gli accordi internazionali che prevedono sussidi alla Guardia Costiera libica affinché questa freni i flussi migratori. (Open)
"L’Italia non ha mai coordinato e mai consegnato in Libia migranti raccolti in operazioni di soccorso coordinate o direttamente effettuate dall’Italia - sottolinea il capo del Viminale -. (Liberoquotidiano.it)
Ma quella sentenza, ha spiegato oggi il ministro Matteo Piantedosi a margine della sottoscrizione di un accordo tra la Regione Lombardia, l'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e l'Anci Lombardia, va contestualizzato. (ilGiornale.it)
MILANO (ITALPRESS) – “L’Italia non ha mai consegnato alla Libia migranti raccolti in operazioni di soccorso coordinate o direttamente effettuate dall’Italia. Quella sentenza va letta bene, non va data alle sentenze una lettura di tipo politico o ideologico”. (Qui News Valdera)
Consegnare i migranti salvati in mare alla cosiddetta guardia costiera libica è un reato perché la Libia non è un "porto sicuro". La sentenza della Suprema corte dice che la politica sul Mediterraneo dal 2017 non è solo mortifera: è spazzatura giuridica (left)