Libano, colpita strada per valico umanitario verso Siria

"La strada che porta al principale passaggio umanitario per migliaia di libanesi verso la Siria è ora interrotta dopo un attacco israeliano", lo ha detto il ministro dei trasporti libanese, Ali Hamieh, riferendosi al valico di frontiera civile di Masnaa tra il Libano e la Siria. Hamieh ha detto all'agenzia di stampa Reuters che l'attacco israeliano ha colpito il territorio libanese vicino al valico ed ha creato un cratere largo quattro metri. (Il Messaggero Veneto)

Ne parlano anche altre testate

Tre ospedali in Libano, compreso uno nella periferia a sud di Beirut, hanno annunciato oggi la sospensione della loro attività a causa degli attacchi israeliani sul Paese. (Tuttosport)

Anche adesso, mentre stiamo parlando, gli abitanti di 29 villaggi hanno ricevuto l’avviso da parte dell’Idf (l’esercito di Israele) che se si spostano rischiano la vita. «Non giudico le ragioni della guerra di Israele contro Hezbollah: non è il mio lavoro. (Il Sole 24 ORE)

Secondo le notizie, più di 690 bambini sono stati feriti in Libano a causa della drammatica escalation del conflitto nelle ultime settimane. Dal 20 agosto, il numero di bambini feriti nel conflitto è aumentato drasticamente, portando il numero totale di feriti nell'ultimo anno al 2 ottobre a 890, secondo il Ministero della Sanità pubblica libanese (UNICEF Italia)

“In Libano, tra chi ha perso tutto e chi fugge in Siria”. La testimonianza del cooperante torinese

Un attacco aereo israeliano ha interrotto il traffico sulla principale autostrada che collega il Libano alla Siria. Il raid ha causato la chiusura di una strada vicino al valico di frontiera di Masnaa. (LAPRESSE)

Dahieh, Hezbollah convoca un press tour nel suo quartier generale ferito per mostrare quelli che il gruppo descrive come «alcuni dei barbari attacchi israeliani contro edifici residenziali». DALLA NOSTRA INVIATA BEIRUT «Continueremo la nostra lotta contro Israele». (Corriere della Sera)

«Siamo stanchi e preoccupati, non riusciamo più a dormire. Idem il ronzio dei droni sopra le nostre teste che non si fermano un secondo che spaventa». (La Stampa)