Nordio torna all’assalto delle toghe e critica la sentenza sull’Albania

Nordio torna all’assalto delle toghe e critica la sentenza sull’Albania
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LA NOTIZIA INTERNO

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, torna all'attacco dei giudici per la sentenza sui migranti in Albania. Nessuna ammissione di responsabilità. Il governo proprio non ce la fa a dire che qualcosa potrebbe aver sbagliato sulla gestione del caso dei centri per i rimpatri italiani in Albania. La colpa è sempre degli altri e, in questo caso, dei giudici che hanno deciso di non convalidare il trattenimento dei 12 migranti. (LA NOTIZIA)

Ne parlano anche altre fonti

Nel testo finale del decreto legge sui Paesi sicuri per il rimpatrio, varato ieri dal Consiglio dei ministri, come apprende l'ANSA da diverse fonti, potrebbe rientrare anche una norma per inserire il ricorso in Corte d'Appello contro le ordinanze del Tribunale sul trattenimento dei migranti nei centri per il rimpatrio, che al momento possono essere impugnate in Cassazione. (Tiscali Notizie)

Si compone di tre articoli il decreto legge approvato dal governo sul caso Albania dopo lo stop ai trasferimenti dei migranti deciso dal tribunale di Roma. Servizio di Luigi Ferraiuolo (TV2000)

“Potere esecutivo, legislativo e giudiziario devono rimanere separati, il governo ha deciso di istituire delle strutture per migranti in Albania per facilitare il respingimento dell'immigrazione come chiede anche l'Europa. (Tiscali Notizie)

Migranti, la nuova normativa è conforme a quella Ue? E a quali criteri risponde?

La pretesa di stabilire come è finito il braccio di ferro sul protocollo tra Italia e Albania dopo il dl del governo sui paesi sicuri, passati da 22 a 19, è un po' assurda. In termini pokeristici la si potrebbe definire un rilancio che evita però di andare ai resti, cioè di mettere l'intera posta a disposizione del governo sul tavolo. (Il Dubbio)

Il consiglio dei ministri ha varato le nuove norme in materia di espulsione dei migranti verso i cosiddetti «paesi sicuri» che devono «aggirare» il no della magistratura e gli obblighi imposti dalla Corte di giustizia Ue. (Corriere della Sera)

Un provvedimento che aveva promesso la stessa premier Giorgia Meloni durante la sua visita a Beirut dopo che il tribunale di Roma non aveva convalidato il trattenimento dei primi 12 migranti trasportati in Albania nei centri di permanenza per il rimpatrio di Shengjin e di Gjader appena aperti. (Corriere Roma)