Esplosione al deposito ENI di Calenzano: le possibili cause dell’incidente

Esplosione al deposito ENI di Calenzano: le possibili cause dell’incidente
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Geopop INTERNO

La violenta esplosione del 10 dicembre 2024 al deposito ENI di Calenzano (FI) che ha causato 5 morti e 26 feriti potrebbe essere stata dovuta probabilmente a vapori di idrocarburi che si sono infiammati in una pensilina di carico delle autobotti. Fortunatamente, l’incendio è stato domato rapidamente, limitando l’inquinamento. Al deposito ENI di Calenzano si è verificata una violenta esplosione causata probabilmente dalla dispersione di vapori di idrocarburi nell’area di carico delle autobotti. (Geopop)

Se ne è parlato anche su altri media

La procura indaga sulle modalità della manutenzione riguardo all'innesco dell'esplosione. E' quanto risulta dai primi accertamenti della procura di Prato a poco più di 48 ore dall'esplosione nell'area pensiline di carico. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Un lavoratore a Fanpage.it: “Salvo per mezz’ora”. Eni: “Ipotesi premature” Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti che indagano sull’esplosione al deposito Eni di Calenzano (Firenze) in cui sono morte 5 persone, un operatore avrebbe lanciato l’allarme pochi secondi prima dell’incidente. (Fanpage.it)

Allora ha grandissima responsabilità" tanto "quanto le imprese". È quanto ha affermato la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David, a margine della manifestazione 'Basta morti sul lavoro', organizzata a Calenzano (Firenze) dopo la tragedia al deposito Eni (QUOTIDIANO NAZIONALE)

“Io e Franco come fratelli. Abbiamo sperato fino all’ultimo che fosse vivo”

“Nonostante le attività e le esercitazioni per il rischio di incidenti, chiediamo che si ripensi complessivamente questo insediamento nel cuore di Calenzano, a due passi dalla ferrovia, a 300 metri dall’autostrada A1 ed a 500 metri dall’A11. (il manifesto)

Presenti alla manifestazione anche Nicola Fratoianni, il presidente della regione Giani e le istituzioni locali. Vengono citati dal palco i nomi delle vittime per poi affermare che «Ogni morto è una sconfitta per tutti». (Corriere TV)

Sia lui che l’altra vittima lucana, il 45enne Gerardo Pepe, erano dipendenti della “Sergen”, ditta con sede a Grumento Nova (Potenza) che opera nel settore della manutenzione degli impianti petroliferi. (La Stampa)