Cesare Romiti, il ricordo dei suoi stretti collaboratori alla Fiat: «Era un burbero simpatico»

Era diffidente ma, una volta conquistata la sua fiducia, consentiva di lavorare con elevati margini di autonomia.

Maurizio Magnabosco, il temutissimo direttore del personale di allora, ricorda come Romiti “riuscisse a catturare il mutamento del clima sia all’interno che all’esterno della società.

Si sta cercando di confrontarlo con altri personaggi, un errore, Romiti non deve essere paragonato con nessuno, era l’ uomo giusto per un tempo che non esiste più. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri giornali

All'epoca in cui il manager era presidente del gruppo Rizzoli, riservò all'allora primo cittadino, "consigli e attenzioni, aiutandomi in ogni modo". "Un grande uomo, che lascia un grande vuoto non solo in chi gli ha voluto bene e lo ha stimato come me, ma in tutto il nostro Paese". (Repubblica TV)

Che comunque portarono a piani di investimento alternativi per il Mezzogiorno: la Fiat come industria italiana per lo sviluppo del Paese. «Con lui avevo un buon rapporto, uomo di grande impegno ed energie e con una grande voglia di lavorare. (ciociariaoggi.it)

Con Berlinguer, quindi anche la sinistra istituzionale, non contrario all’occupazione degli stabilimenti. La narrazione oggi prevalente, ben diversa rispetto a qualche anno fa quando Romiti era a capo di RCS, è quella di Romiti manager cattivo e Ghidella ingegnere bravo, ma si può dire che avessero ragione entrambi. (Indiscreto)

Per oltre sessant’anni è stato un manager rampante, a lungo protagonista della vita industriale e finanziaria italiana. Il periodo d’oro di Cesare Romiti, però, rimane quello trascorso in Fiat, un quarto di secolo durante quale lui stesso ha dichiarato di aver spesso avuto «carta bianca». (Il Gazzettino)

Una delle due persone, insieme a Fedele Confalonieri, che mi convinse a cambiare lavoro" questo il suo commento all'uscita della sala. Tra le prime visite quella dell'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini. (Corriere TV)

E ancora, l'ad di Mediobanca Alberto Nagel, Gabriele Galateri di Genola e Renato Pagliaro di Mediobanca, l'ex braccio destro di Romiti Umberto Quadrino, Paolo Galimberti. (La Repubblica)