La psicologa: «Turetta si rendeva conto di ciò che faceva. E ora cerca di evitare le aggravanti»

Dottoressa Gabriella Marano, lei è la psicologa della famiglia Cecchettin. Venerdì era in aula a seguire l’interrogatorio di Filippo Turetta e ha letto il suo memoriale. Che idea si è fatta? «Sicuramente Turetta ha dei tratti di personalità immatura, disfunzionale, narcisistica e ossessiva. È insicuro, egocentrico, mancante di empatia. Il disagio psichico c’è ma aveva comunque una vita sociale sufficientemente adeguata. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altre testate

Un segno di un legame che non aveva voluto fosse spezzato, o forse un altro elemento di quella sensazione di «possesso» legata a una visione patriarcale. «Ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei o a entrambi insieme. (ilmessaggero.it)

Video e registrazione sono stati mostrati in esclusiva a 'Pomeriggio Cinque'. (Fanpage.it)

Ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei o a entrambi insieme. Mi piaceva farlo ed era un'abitudine", scrive. (Il Giornale d'Italia)

L'ultima carta di Turetta: «Assassino sì, stalker no». Nel memoriale prova a confutare l'accusa di aver perseguitato Giulia

"Ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei o a entrambi insieme. Con queste parole Filippo Turetta, l'assassino di Giulia Cecchettin, racconta come nel suo smartphone fossero presenti tra le 15mila e le 20mila foto della ragazza uccisa l'11 novembre 2023. (Today.it)

A seguito dell’omicidio di Giulia Cecchettin, l’area complottista italiana aveva generato la solita ondata di bufale per sostenere assurdità sulla tragedia. Sono persone che nel corso degli anni hanno sfruttato la credulità degli utenti ottenendo un ampio seguito, in certi casi pagando caro come nel caso Valeria Solesin. (Open)

Filippo Turetta è reo confesso del femminicidio di Giulia Cecchettin. «Il ricordo di certe emozioni è stato via via più chiaro anche studiando le carte, ascoltando i notiziari e riflettendo dentro di me», premette il 22enne di Torreglia nella prima delle 80 pagine scritte per un quarto a mano e per il resto a computer, così svelando di aver seguito in carcere a Montorio Veronese la copertura giornalistica dell’inchiesta giudiziaria e mostrando di voler confutare l’accusa di aver perseguitato la ragazza di Vigonovo, prima di ucciderla con 75 coltellate. (ilgazzettino.it)