Dai motori agli elettrodomestici, a Varese mille lavoratori appesi a un filo
– Sotto l’albero di circa 1.100 lavoratori della Provincia di Varese ci sarà un grosso punto di domanda sul futuro. Si preannuncia un Natale difficile per gli addetti di diverse storiche realtà locali, alle prese con crisi e riorganizzazioni che non lasciano dormire sonni tranquilli. La situazione più grave, sia in termini numerici che per la complessità della vertenza, è quella della Beko, con il sito di Cassinetta che rischia di essere fortemente ridimensionato, con la paventata chiusura di due linee produttive per un totale di 541 esuberi e altri tagli previsti tra gli impiegati, per una stima complessiva di 750-800 lavoratori a rischio. (IL GIORNO)
Su altri giornali
Il gruppo turco ha confermato la strategia per l’Italia, che prevede l’esubero a fine 2025 di 1.935 persone. Beko non si è spostata di un centimetro. (Corriere Fiorentino)
Beko Europe non fa mezzo passo indietro e conferma la chiusura entro la fine del 2025 degli stabilimenti di Comunanza (Ascoli Piceno), Cassinetta (Varese) e Siena, e il licenziamento di quasi duemila lavoratori. (La Repubblica Firenze.it)
Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie La crisi del mondo del lavoro. La Beko, la multinazionale turca degli elettrodomestici ha confermato i 1.935 esuberi annunciati in diversi siti nel nostro Paese. (TV2000)
Un presidio di lavoratori fuori dai cancelli dello stabilimento Beko di Siena almeno fino ai giorni di Natale, 25 dicembre compreso. E’ quanto è stato deciso dall’assemblea dei dipendenti dello stabilimento. (RadioSienaTv)
Durante lo sciopero di questa mattina allo stabilimento Beko Europe di Cassinetta di Biandronno, Barbara Tibaldi, esponente della segreteria nazionale della Fiom Cgil, ha lanciato un appello alle istituzioni, da quelle centrali a quelle locali, affinché intervengano con decisione nella vertenza Beko. (varesenews.it)
Confronto acceso al tavolo ministeriale sul futuro dei siti produttivi di Beko Europe in Italia e il mantenimento dei livelli occupazionali. (LA NAZIONE)