Terrorismo jihadista, il "Bro turco" arrestato in Friuli voleva aprire una moschea in paese. E faceva proselitismo nei suoi due fast food

Avrebbe fatto proselitismo a sostegno di Al Qaeda e dell'Isis anche tra i dipendenti dei suoi fast food di Monfalcone, oltre davanti a dei minorenni e su internet. E nella cittadina friulana si sarebbe anche attivato per aprire una moschea. Sono i dettagli sul 27enne di origine turca arrestato la vigilia di Natale a Monfalcone nell'ambito dell'indagine del Dipartimento antiterrorismo della Procura di Bologna che martedì ha visto scattare un blitz dei carabinieri del Ros nelle province di Gorizia, Milano, Bologna e Perugia culminato con quattro arresti. (ilgazzettino.it)

Su altri giornali

La Polizia, nel corso di mirati servizi antidroga, mentre controllavano le principali arterie in entrata ed in uscita dal capoluogo jonico, hanno notato una Fiat Punto con tre persone a bordo sfrecciare a forte velocità sulla SS 106. (Tarantini Time Quotidiano)

È tornata dal Pakistan, suo Paese natale, nemmeno due settimane fa la ragazza di 22 anni residente a Bologna arrestata il 24 dicembre nel blitz dei carabinieri del Ros, dopo una complessa indagine della Procura di Bologna coordinata dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, con l'accusa,insieme ad altri quattro giovani tra cui il fratello minore, di aver messo in piedi, tramite strumenti online, un'associazione terroristica dedita alla promozione, al consolidamento e al rafforzamento di formazioni come «Al Qaeda» e «Stato Islamico». (corrieredibologna.corriere.it)

Sono tutti sotto i 30 anni e c'è anche un minorenne tra i cinque "nuovi italiani", destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Bologna, Andrea Salvatore Romito, sospettati di aver dato vita a un'associazione terroristica islamica d'ispirazione jihadista, in chiave 'takirista', denominata "Da'Wa Italia", ossia "chiamata alle (Secolo d'Italia)

Dalla Bolognina alla Jihad, nell’ordinanza l’identikit della 22enne: “Tik Tok per fare proseliti”

Al fianco dei terroristi. All'alba di martedì 24 dicembre i carabinieri del Ros, raggruppamento operativo speciale, hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Bologna su richiesta del dipartimento antiterrorismo della procura emiliana. (MilanoToday.it)

Due giovani, una pakistana cresciuta e residente a Bologna e un’algerina cresciuta e residente a Spoleto (Perugia), erano alla guida del gruppo “Dàwa Italia”, associazione terroristica di ispirazione salafita-jihadista declinata in chiave takfirista sgominata questa mattina dai Carabinieri del Ros. (Il Fatto Quotidiano)

A capo del gruppo accusato di inneggiare al martirio e alla jihad sui social e di cercare proseliti da inviare su luoghi di battaglia e addestramento delle milizie jihadiste, per l’accusa guidata dai pm Morena Plazzi e Stefano Dambruoso c’era una ragazza. (il Resto del Carlino)