Carola Rackete: "Sì alle armi a Kiev. Chi è di sinistra aiuta gli oppressi"

Un messaggio ai pacifisti e una spiegazione sul perché al Parlamento europeo ha votato a favore degli aiuti all'Ucraina. Carola Rackete, l'ex capitana della Sea-Watch eletta a Strasburgo con la Linke, ha spiegato in un'intervista al quotidiano La Stampa, i motivi della sua scelta: "Essere di sinistra vuol dire stare dalla parte degli oppressi, siano essi in Palestina, in Kurdistan o in Ucraina: per questo l'Ue deve continuare a fornire armi a Kiev e consentirle di attaccare sul territorio russo". (EuropaToday)

Su altre fonti

Carola Rackete, eletta al Parlamento Europeo con Die Linke, parla oggi in un’intervista a La Stampa del suo voto sul sostegno militare a Kiev. Essere di sinistra vuole dire stare dalla parte degli oppressi. (Open)

Getting your Trinity Audio player ready... ROMA – “La votazione del Parlamento europeo dei giorni scorsi è stata a mio avviso la più importante degli ultimi anni: non solo sostiene l’invio di armi all’Ucraina, ma riconosce il diritto all’autodifesa di Kiev dando il via libera all’uso di armi Nato in Russia. (Dire)

Leggo sul Fatto Quotidiano, che in tema di guerra è probabilmente il meno allineato tra i quotidiani italiani, che il governo della destra bluette neoliberale filobancaria e ultraatlantista di Giorgia Meloni dovrà ora reperire ben 5 miliardi di euro per sostenere l’Ucraina di Kiev e del guitto Zelensky, attore nato con la N maiuscola, prodotto in vitro di Washington, se non di Hollywood, l’attore più pagato di sempre. (Radio Radio)

BRUXELLES. È il messaggio che Carola Rackete manda ai suoi compagni della sinistra pacifista. (La Stampa)

Dopo aver lodato a sorpresa Giorgia Meloni per la sua politica estera, Carola Rackete scende in campo sulla questione Ucraina anche stavolta con un approccio da destra e critico nei confronti dei "compagni" di sinistra. (Secolo d'Italia)

L’Italia ripudia davvero la guerra? C’è grande polemica attorno al voto espresso, nei giorni scorsi, dal Parlamento Europeo circa la risoluzione che doveva decidere se revocare o confermare le restrizioni sull’invio di armi all’Ucraina per colpire obiettivi militari in territorio russo. (Analisi Difesa)