Usa. Bezos blocca l’endorsement a Kamala Harris sul Washington Post
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Di Domenico Maceri – SAN LUIS OBISPO (Usa). “La decisione del Washington Post di non fare un endorsement nella campagna presidenziale è un grosso sbaglio”. Queste parole fanno parte di un comunicato firmato da 13 editorialisti del Washington Post che includono anche Eugene Robinson, vincitore del Premio Pulitzer nel 2009 per i suoi editoriali. L’annuncio continua spiegando che siamo in un momento in cui le istituzioni sono in pericolo per le minacce di Donald Trump (Notizie Geopolitiche)
Ne parlano anche altre testate
Né con Kamala Harris né con Donald Trump: il Washington Post aveva annunciato a 10 giorni dalle elezioni che non appoggerà nessuno dei due aspiranti presidenti, rompendo così con una tradizionale cinquantennale di supporto ai democratici. (RaiNews)
Ma Jeff Bezos, mister Amazon, il secondo uomo più ricco del pianeta (dopo Elon Musk) con un patrimonio personale stimato in circa 205 miliardi di dollari, in qualche modo sta pagando la sua scelta di essere pavido. (il Giornale)
Il motto che dal 2017 (“Democracy dies in darkness”) accompagna la testata del Washington Post è una sorta di memento mori che non riguarda solo la stampa libera, bensì quale idea di società vogliamo mettere in pratica. (Esquire Italia)
Domenico Maceri Dottore di ricerca, è professore emerito presso l’Allan Hancock College di Santa Maria, in California. Alcuni dei suoi articoli hanno ricevuto premi dalla National Association of Hispanic Publications. (Ultima Voce)
Ba… NEW YORK – Jeff Bezos, fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post, ha difeso la decisione di non schierare per la prima volta il giornale della capitale con uno dei candidati presidenziali, a pochi giorni dal voto. (la Repubblica)
Per i democratici è inconcepibile che il The Washington Post, il giornale liberal per eccellenza, la testata che ha scatenato il Watergate, possa per la prima volta dopo ben trentasei anni non esprimere un endorsement per il candidato dem. (Il Riformista)