L'Italia si spacca sul sì alla Commissione Ue. Von der Leyen può contare su Fdi, Pd e Forza Italia, si oppongono M5S, Verdi e Lega
Bruxelles – Il giorno dopo aver sciolto l’intricato nodo sulle vicepresidenze, all’Eurocamera inizia la conta dei voti per il via libera definitivo alla nuova Commissione europea, previsto per mercoledì 27 novembre. Un voto che non dovrebbe presentare particolari insidie per il Collegio – sarà sufficiente il sì del 50+1 dei presenti in Aula -, ma che configurerà senz’altro un sostegno diverso rispetto a quello ottenuto singolarmente da Ursula von der Leyen a luglio. (EuNews)
Ne parlano anche altri giornali
L’Europa s’è destra. Da cui escono rilanciato il ruolo della premier conservatrice Giorgia Meloni e consolidata l’egemonia politica del Ppe di Manfred Weber. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Sto parlando di un mio avversario politico, anche territoriale, però nessuno può dire che sia fascista o che non conosca la materia dei fondi strutturali. Antonio Decaro, alla fine anche il Pd vota Raffaele Fitto... (Corriere della Sera)
Prendete il caso di quel provv... Infatti, quando in gioco ci sono interessi cari ai cosiddetti progressisti, la legge che legalizza ciò che legale non è, diventa non soltanto possibile, ma addirittura necessaria per premiare gli abusi. (La Verità)
E dunque mercoledì prossimo 27 novembre vedremo la plenaria del Parlamento europeo dare luce verde – niente voto segreto, tutti dovranno metterci la faccia – alla nuova Commissione di Ursula von der Leyen e sarà una prima volta per molti motivi. (La Stampa)
BRUXELLES. Ed è in quel momento che emergerà molto chiaramente la ridefinizione dei confini della cosiddetta “maggioranza Ursula”: se a luglio la presidente von der Leyen aveva potuto contare sul sostegno di popolari, socialisti, liber… (La Stampa)
Con la prima si è creato negli anni un rapporto strettissimo, con il secondo c’è una storia ereditata dal padre e radicata nel tempo. Non a caso — appena ottenuta la fiducia dell’Europarlamento — il vicepresidente esecutivo del governo von der Leyen ha chiamato subito «Giorgia» e il capo dello Stato. (Corriere Roma)