Marine Le Pen, parte il processo per appropriazione indebita ai danni dell’Europarlamento: “Rischia la candidatura nel 2027"

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La Stampa ESTERI

La leader francese di estrema destra Marine Le Pen siede sul banco degli imputati per una presunta deviazione di 6,8 milioni di euro dal Parlamento europeo per finanziare il suo partito politico. Apre oggi a Parigi un atteso processo alla leader di estrema destra che potrebbe mettere in questione la sua candidatura all'Eliseo per la quarta volta nel 2027. L'attuale capo dei parlamentari di estrema destra all'Assemblea nazionale è accusata, insieme ad altre 26 persone, di aver utilizzato a fini personali soldi del Parlamento europeo tra il 2004 e il 2016 (La Stampa)

Su altri giornali

La leader dell'estrema destra francese alla sbarra per frode. Un processo che potrebbe rafforzarla o distruggerne le ambizioni (LA NOTIZIA)

Il 30 settembre è iniziato a Parigi un processo di grande importanza che vede alla sbarra 27 politici dell’estrema destra francese, tra cui la stessa Marine Le Pen, leader del Rassemblement National (RN) e suo padre Jean-Marie. (FIRSTonline)

Bruxelles – Comincia oggi (30 settembre) e durerà almeno due mesi il processo che vede alla sbarra 27 politici dell’estrema destra transalpina per presunta appropriazione indebita di fondi europei. (EuNews)

La leader di Rn rischia fino a un massimo di 10 anni di carcere, un milione di euro di multa e l'ineleggibilità, che comprometterebbe la sua corsa alle presidenziali del 2027. (Fanpage.it)

Si è aperto oggi (30 settembre) a Parigi il processo che vede imputati Marine Le Pen e altri 24 esponenti del Rassemblement national, tutti accusati di aver messo in piedi un sistema per pagare politici e dipendenti del partito di destra transalpino attraverso l'uso illegale di fondi dell'Unione europea. (EuropaToday)

Saranno settimane difficili per la dama dell'ultradestra francese, Marine Le Pen, anima del Rassemblement National, da ieri a processo a Parigi per «distrazione di fondi pubblici» europei tra il 2009 e il 2016 e per «complicità, su istruzione, in distrazione di fondi pubblici» tra il 2011 e il 2016. (il Giornale)