Il sit-in della comunità belgalese contro le violenze su studenti in Bangladesh al Duomo di Milano

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Il sit-in della comunità belgalese contro le violenze su studenti in Bangladesh al Duomo di Milano 19 luglio 2024 Cartelli contro la “dittatura” e cori contro il primo ministro Sheikh Hasina: questi alcuni dei temi portanti della manifestazione che i cittadini bengalesi, in gran parte giovani, hanno messo in atto a Milano, in Piazza Duomo, contro le violenze effettuate sugli studenti in Bangladesh nelle ultime ore, nelle proteste studentesche contro il Governo. (Il Sole 24 ORE)

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In Bangladesh il 56 per cento dei posti di lavoro nella pubblica amministrazione è fissato per quote. Il 30 per cento è riservato ai parenti dei veterani della guerra del 1971 e questo riduce il lavoro per gli studenti. (LifeGate)

Le tensioni si stanno registrando in 26 dei 64 distretti e oggi, 19 luglio, si è rivelato il giorno di protesta più sanguinoso. La popolazione si è svegliata, anche oggi, in uno scenario di grave disordine e violenza che ha portato a un tragico bilancio di almeno 50 morti e oltre 700 feriti nelle proteste che da settimane chiedono l’adozione di nuove riforme per le regole di assunzione nel servizio pubblico. (Open)

Dal 1° luglio il Bangladesh è scosso da un movimento di protesta studentesco che chiede una riforma delle assunzioni nella pubblica amministrazione, sullo sfondo di una grave crisi occupazionale tra i laureati di questo Paese di 170 milioni di abitanti. (Corriere del Ticino)

Bangladesh: 32 studenti uccisi in una manifestazione | video

In Bangladesh, sono scoppiate proteste di massa in risposta alle recenti riforme del governo. La situazione rimane tesa, con ulteriori proteste previste nei prossimi giorni mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione. (Panorama)

Un residente locale ha riferito di aver visto almeno 20 uomini lasciare la prigione con i loro effetti personali contenuti nelle borse. Sono decine le vittime in Bangladesh a seguito delle proteste studentesche. (L'Unione Sarda.it)

La misura è stata messa in atto a seguito dell’ulteriore intensificarsi delle proteste: i manifestanti hanno dato l’assalto alla sede della televisione statale sfondando l’ingresso e dando fuoco anche ai veicoli parcheggiati all’esterno. (Il Fatto Quotidiano)