Sciopero dei trasporti paralizza le grandi città italiane

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INTERNO

Il recente sciopero nazionale del trasporto pubblico locale, indetto per il rinnovo del contratto collettivo, ha avuto un'adesione media del 90%, con punte del 100%, paralizzando le principali città italiane. La protesta, che ha visto la partecipazione di sindacati e lavoratori, ha generato un'ondata di disagi per i cittadini, con metropolitane, bus e tram fermi quasi ovunque. A Roma, la segretaria del Pd, Elly Schlein, è scesa in piazza con i sindacati, mentre il viceministro ai trasporti, Edoardo Rixi, ha annunciato la convocazione di un tavolo per affrontare il tema del rinnovo del contratto del settore a livello nazionale.

Nella Capitale, l'adesione allo sciopero ha raggiunto il 98%, con linee della metropolitana chiuse e bus a singhiozzo. Già dalle 5.30 del mattino, le linee B1 Bologna-Ionio e Termini-Centocelle sono rimaste chiuse, seguite dalla chiusura delle linee A e B della metropolitana dopo le ultime partenze dai capolinea alle 8.30. La situazione non è stata diversa a Milano, dove il binomio Pd-Cgil ha contribuito a fermare tutto, generando un altro venerdì nero di mobilitazioni.

A Brescia, la metropolitana è rimasta senza conducenti, ma nonostante l'assenza delle fasce di garanzia, Brescia Mobilità è riuscita a precettare il 30% della forza lavoro per garantire un servizio minimo. Tuttavia, la mancanza di operatori ha reso difficile il corretto svolgimento delle corse, con solo sei addetti impegnati a monitorare la sicurezza delle operazioni.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha espresso la sua ira, definendo lo sciopero un'aggressione agli italiani e promettendo che sarà l'ultimo di questo tipo. La polemica tra Maurizio Landini e Giorgia Meloni ha ulteriormente alimentato il dibattito, con la sinistra che ha cavalcato la protesta e i disagi degli italiani.