La bara di Arcangelo portata in spalla sul luogo della tragedia
La bara di Arcangelo portata in spalla sul luogo della tragedia La bara bianca di Arcangelo Correra, il diciottenne ucciso nel centro storico di Napoli dal colpo di pistola sparato per errore da un suo amico, è stata portata a spalla da parenti e amici fino al luogo in cui, all’alba dello scorso 9 novembre, venne ferito a morte. Molta commozione tra i presenti. Tra la folla urla di dolore e un lungo applauso. (Metropolisweb)
Se ne è parlato anche su altri media
Getting your Trinity Audio player ready... Enne ucciso con una pistola “trovata in strada”: la gip non crede alla versione dell’autore dell’omicidio (Dire)
Corteo ai Tribunali con centinaia di persone per i funerali di Arcangelo Correra, morto dopo essere stato colpito da un proiettile alla testa il 9 novembre scorso. (Fanpage.it)
“Permettetemi di esservi accanto e di aiutarvi a non sentirvi soli per riprendere in mano la vita e costruire una speranza”. “Ci incontriamo dove e quando volete voi, ma dobbiamo esserci come Chiesa a camminare accanto a voi”. (anteprima24.it)
La giudice ha disposto la misura cautelare per il «pericolo di reiterazione del reato e la possibilità di inquinamento delle prove» (Open)
Devono essere state più o meno queste, secondo la ricostruzione degli inquirenti, le parole rivolte da Arcangelo Correra al suo amico Renato Caiafa, che brandiva la pistola che poi lo ha ucciso. “Spara! Sparami qui! Vediamo se sei capace”. (Il Fatto Vesuviano)
È quanto sarebbe avvenuto all'alba di sabato scorso in piazzetta Sedil Capuano, nel centro antico di Napoli, secondo la ricostruzione di fornita dal 19enne Renato Benedetto Caiafa nel corso delle dichiarazioni spontanee al pm e riportate nell'ordinanza, con la quale la gip del Tribunale di Napoli Maria Gabriella Iagulli ha disposto la custodia cautelare nei suoi confronti per i reati di porto, detenzione e ricettazione dell'arma. (il Giornale)