Donald Trump vs. Kamala Harris: America First o globalismo? In ballo il futuro degli Usa (e non solo)
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Il 5 novembre l’America si troverà a un bivio da cui potrebbe dipendere il futuro dell’intero Occidente. Da un lato c’è Donald Trump, con il suo “Make America Great Again”, un messaggio chiaro: tornare a un pragmatismo sovranista, fatto di interessi nazionali, frontiere sicure, e una politica estera che risponde prima agli americani. Dall’altro c’è Kamala Harris, portavoce di una visione alternativa che guarda al mondo come a una grande comunità, unita nelle crisi e nelle soluzioni. (Secolo d'Italia)
Su altri giornali
Il primo legò il suo nome a un programma di riforme economiche e sociali, conosciuto come New Deal, grazie al quale gli Stati Uniti riuscirono a superare la Depressione degli Anni Trenta. Non so bene perché, ma sono giorni che penso insistentemente a Franklin Delano Roosevelt, 32º presidente degli Stati Uniti, e a Winston Churchill, primo ministro e figura chiave della politica del Regno Unito. (ilmattino.it)
Questo Stato era considerato sicuro per i repubblicani, invece secondo il sondaggio Selzer condotto per il quotidiano Des Moines Register la vicepresidente avrebbe il 47% contro il 44% del tycoon (Adnkronos)
Gli orari dell'election day variano seconda dello Stato, sia per l'ora locale che per i diversi furi orari: le chiusure dei seggi inizieranno alla mezzanotte italiana e proseguiranno fino alle sette di mattina. (Fanpage.it)
In seguito, il 21 luglio Biden ha annunciato il suo ritiro in una lettera pubblicata sui social in cui ha definito la decisione "necessaria per il bene del Paese". Tra due giorni il voto deciderà il vincitore tra Kamala Harris e Donald Trump (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Secondo le previsioni di El Pais, la candidata democratica ha il 45% di possibilità di vincere la presidenza, rispetto al 55% di Donald Trump. Resta il divario che già conosciamo: da un lato, gli analisti di Metaculus e i modelli politici, che vedono una sostanziale parità tra Harris e Trump; dall'altro i mercati finanziari, che vedono il candidato repubblicano leggermente più favorito. (ilmessaggero.it)