Medici e infermieri contro i turni serali proposti dalla Regione

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SALUTE

La proposta della Regione di introdurre turni serali per ridurre le liste d'attesa ha suscitato una forte opposizione tra medici e infermieri, i quali denunciano carichi di lavoro già insostenibili. I sindacati del settore sanitario hanno espresso la loro contrarietà, sottolineando che il personale è già sotto pressione e chiedendo soluzioni alternative che non aggravino ulteriormente la situazione.

La Regione ha proposto di estendere l'orario di apertura delle strutture sanitarie, introducendo turni serali per offrire più prestazioni mediche in fasce orarie serali. L'Asl di Biella, ad esempio, ha già calendarizzato più di tremila prestazioni nei prossimi tre mesi grazie ai fondi del decreto Balduzzi, che permetteranno di pagare prestazioni aggiuntive per i primi tre mesi dell'anno. La retribuzione prevista è di 100 euro l'ora per i medici, 60 euro per le professioni sanitarie e 25 euro per gli operatori socio-sanitari. Le disponibilità verranno raccolte su base volontaria.

Nei giorni scorsi, mentre l'assessore alla sanità Riboldi annunciava la decisione di chiedere a medici e infermieri uno sforzo maggiore con turni di lavoro straordinario alla sera e nei fine settimana, il direttore generale dell'Asl di Biella, Mario Sanò, aveva già stretto un accordo con i sindacati delle due categorie per il recupero delle liste d'attesa. Anche l'Asl di Vercelli si è dotata di uno strumento operativo per l'abbattimento delle liste d'attesa per esami e visite ambulatoriali, istituendo un organismo interno di verifica della riduzione dei tempi di attesa, formato da un team di responsabili di diversi reparti che potrà avvalersi anche della collaborazione dei dipendenti.

La situazione, dunque, resta tesa, con il personale sanitario che chiede soluzioni alternative e la Regione che cerca di trovare un equilibrio tra la necessità di ridurre le liste d'attesa e il rispetto delle condizioni di lavoro dei medici e degli infermieri.