Salvini e quell’abbraccio alla fidanzata in lacrime dopo la sentenza
Stringe i pugni nel segno di vittoria, abbraccia chi gli capita. Matteo Salvini si guarda intorno, cerca Francesca Verdini. Lei, che al momento della sentenza era in aula, è in lacrime, si fa spazio tra la folla e lo raggiunge: i due si lasciano andare in un lungo abbraccio. L'avvocato Giulia Bongiorno è commossa. «Siete stati tutti bravi», dice Salvini. Verso le 12 di stamane il vicepremier aveva lasciato il bunker del carcere Pagliarelli, a Palermo, per raggiungere la fidanzata, che lo attendeva in auto. (La Stampa)
Ne parlano anche altri media
Un processo “politico”, montato su accuse “assurde”. È il suo uno dei primi numeri a comparire sullo schermo del leader leghista, mentre nell’aula bunker di Palermo sono già partiti gli abbracci e le lacrime di Francesca Verdini. (ilmessaggero.it)
La sentenza di primo grado del processo Open Arms, che vede come imputato per sequestro di persona Matteo Salvini in quanto ministro dell’Interno del governo Conte nel 2019. È di questi argomenti che ci occupiamo oggi in «Giorno per giorno», il nostro podcast quotidiano con le notizie più importanti delle ultime 24 ore raccontate da Cesare Zapperi, Giusi Fasano, Alessandro Sala. (Corriere della Sera)
PALERMO Venerdì 20 dicembre è il giorno del giudizio per Matteo Salvini. Ma ostenta serenità il vicepremier a rischio di una condanna a sei anni di carcere per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, per il mancato sbarco di un gruppo di migranti costretto nell’agosto 2019 a rimanere a bordo della Open Arms per 19 giorni. (Corriere della Sera)
«Evvai!». Lui, Matteo Salvini, stringe in un abbraccio Giulia Bongiorno, la sua avvocata; qualche fila più indietro Francesca Verdini, compagna del leader leghista, si mette a piangere. (ilmessaggero.it)
La Procura di Palermo aveva chiesto di condannare Salvini a sei anni di carcere con l’accusa di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio. In concreto, i giudici del Tribunale di Palermo hanno stabilito che il reato contestato al leader della Lega non è stato commesso. (Pagella Politica)
Un esempio? Il commento di Andrea Scanzi, firma del Fatto quotidiano, che dopo aver premesso che in tanti si aspettavano l'assoluzione del leader della Lega dall'accusa di sequestro di persona (a leggere in questi ultimi 3 anni il suo Fatto, ma pure le dichiarazioni degli esponenti di Pd e Movimento 5 Stelle, non si direbbe) riparte in quarta nell'attacco a Salvini e governo. (Liberoquotidiano.it)