Putin, la pace secondo lo zar: il diktat all’Occidente sui confini post-guerra

Nessuna concessione. Putin resta fermo sulle condizioni poste all’Ucraina per il negoziato, quasi un ultimatum: riconoscimento dell’annessione russa delle quattro province del sud e dell’est del Paese (Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Luhansk), oltre la linea attuale del fronte, garanzia di neutralità e quindi non ingresso nella Nato, fine degli aiuti occidentali a Kiev e delle sanzioni contro Mosca (ilgazzettino.it)

La notizia riportata su altri media

L’unica cosa che Vladimir Putin vuole negoziare è la resa di Kiev. E’ l’accusa rilanciata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, quando si avvicinano i mille giorni di guerra (il 19 novembre) e all’indomani della telefonata tra il leader russo e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, la prima con un leader europeo in due anni. (OglioPoNews)

Ieri ha parlato telefonicamente con il presidente russo, Vladimir Putin. “Il cancelliere ha sollecitato la disponibilità della Russia a negoziare con l’Ucraina con l’obiettivo … (Il Fatto Quotidiano)

“Si aspettava una serie coordinata di decisioni politiche" in risposta all'accordo nordcoreano. A riferirlo è il suo consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan che ha parlato ai giornalisti in viaggio con Biden in Perù, dove il presidente parlerà con l’omologo cinese Xi Jinping e i capi di Giappone, Corea del Sud e Brasile. (la Repubblica)

Scholz telefona a Putin: «Ritira le truppe e negozia». Ma lo zar non si smuove: accordo solo con i nuovi territori. Ue divisa

Quasi a sottolineare che è l’Occidente a volere parlare con la Russia, e non il contrario. Un colloquio di un’ora che a detta del governo russo è stata voluta esclusivamente dalla Germania. (ilmessaggero.it)

Il primo contatto diretto tra i due dal 2 dicembre 2022 era nell'aria da tempo. Scholz aveva ribadito la necessità di «fare di tutto» per porre fine alla guerra, anche chiamare Putin, assicurando che nessuna decisione sarebbe stata assunta alle spalle di Kiev (il Giornale)

E che, a quasi mille giorni dall’inizio dell’invasione, rompe un tabù diplomatico. Un colloquio di un’ora che a detta del governo russo è stata voluta esclusivamente dalla Germania. (ilgazzettino.it)