Libano, valle della Bekaa: c’è distruzione e macerie: “L’emergenza umanitaria non è finita”
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ROMA – Macerie, ambulanze bruciate, case e negozi distrutti. È quello che stanno trovando nell’area della Bekaa, in Libano, i civili che stanno tornando nelle loro case nel Sud e nell’Est del paese dopo l’inizio del cessate il fuoco. Le cliniche mobili di Medici Senza Frontiere (MSF) nei governatorati della Bekaa e El Nabatieh stanno supportando la popolazione, fornendo assistenza sanitaria di base e distribuendo beni non alimentari, come coperte, materassi o teli di plastica, essenziali per proteggersi dal freddo invernale. (la Repubblica)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Intanto l’opposizione interna al governo Netanyahu accusa il premier israeliano di «non aver finito il lavoro», incitandolo a riattivare il massacro del Libano, anche se questo ricaccerebbe Israele nell’impasse da cui ha cercato di tirarsi fuori con questa tregua, sostenuto da Usa e Francia. (il manifesto)
«Sono pronto per un cessate il fuoco in qualsiasi momento» ha dichiarato, ribadendo tuttavia che non accetterà la fine della guerra come invece chiede Hamas. (La Stampa)
L’esercito libanese accusa Israele di aver violato ripetutamente il cessate il fuoco, in vigore da poche ore. Inoltre, un drone dell’aeronautica militare israeliana ha attaccato un veicolo libanese nella zona del villaggio di Markaba, nel sud del Paese, due persone sono rimaste ferite. (Il Fatto Quotidiano)
«Si è aperta una finestra di opportunità. Ma dubito che si riesca a coglierla». Per israeliani e palestinesi, il nome di Gershon Baskin è sinonimo di mediatore. Da 46 anni, l’attivista per la pace e analista, nato negli Usa da una famiglia ebrea dove ha vissuto prima di trasferirsi a Gerusalemme, non si stanca di annodare i fili fra i due popoli che la politica e il fanatismo fanno di tutto per spezzare definitivamente. (Avvenire)
Scritto a mano nella cucina di Abu Jawad. Messaggi di Hezbollah per inquilini smarriti. (la Repubblica)
Hezbollah ha dichiarato di aver raggiunto una “vittoria” contro Israele, sottolineando che i suoi combattenti rimarranno pronti a rispondere a “qualsiasi aggressione o ambizione israeliana”. Il gruppo armato sciita ha, inoltre, affermato che la tregua non modifica il suo impegno a proteggere il Libano e a contrastare eventuali violazioni israeliane. (Vatican News - Italiano)