Ddl Sicurezza, chi grida alla deriva repressiva mente. Le persone perbene non aggrediscono i Poliziotti. Agenzie stampa

Aggiungi ai tuoi preferiti Coisp, ‘Chi manifesta contro il Ddl Sicurezza mente’ ‘Le persone perbene non aggrediscono i Poliziotti’ – “Chi in queste ore, seppur pacificamente, sta manifestando contro le misure del ddl sicurezza bloccando le vie di accesso a Montecitorio e tentando di ostacolare il lavoro delle istituzioni, di fatto sta agendo contro la stessa democrazia. Il pacchetto Sicurezza, infatti, rende solo più sicuro il lavoro delle Forze di Polizia dando loro la possibilità di tutelare al meglio l’ordine pubblico, i cittadini e il territorio. (COISP)

Se ne è parlato anche su altri media

La norma, infatti, colpirà chi “impedisce la libera circolazione su strada ordinaria o ferrata ostruendo la stessa con il proprio corpo, se il fatto è commesso da più persone riunite”. (L'INDIPENDENTE)

Pena che sale fino a due anni se a bloccare la circolazione di veicoli o treni sono più persone insieme. Fino a un mese di carcere per chi, da solo, impedisce la circolazione su strade o binari delle ferrovie. (L'HuffPost)

Con quest’ultimo, si continua sulla via della repressione e della criminalizzazione delle lotte e dei migranti. (Contropiano)

No Ponte in piazza contro il nuovo decreto legge sicurezza: “Non criminalizzerete il dissenso”

La stretta «legge&ordine» del governo era annunciata e puntualmente sta andando in porto. Tra breve, un blocco stradale o ferroviario diventerà un reato serio. (La Stampa)

Stop ai blocchi stradali e ferroviari con il ddl Sicurezza all'esame delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera. Nonostante le proteste delle opposizioni, secondo le quali si tratta di un dispositivo realizzato allo scopo di " impedire il diritto di manifestare, anche agli studenti che vogliono fare un sit-in ", l'articolo 11 del ddl Sicurezza va a modificare il reato di blocco stradale e ferroviario da amministrativo a penale. (il Giornale)

Una bara di cartone che custodisce la scritta “libertà”, portata a braccia dal “popolo” mentre “Repressione” e “Autorità” aprono il triste corteo funebre. La celebrazione è simulata, “ma con il nuovo decreto sicurezza – spiegano in piazza a Reggio Calabria – il rischio di mutilazione della libertà d’espressione è reale”. (La Repubblica)