Le frasi sbagliate dei rivoluzionari senza rivoluzione

Le frasi sbagliate dei rivoluzionari senza rivoluzione
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Liberoquotidiano.it INTERNO

Il 27 settembre del 1994 il magistrato Piercamillo Davigo disse che l’Italia doveva «essere rivoltata come un calzino»; il 29 novembre del 2024, il sindacalista Maurizio Landini afferma che vuole «rivoltare l’Italia come un guanto». Trent’anni separano queste due frasi, ma la radice è la stessa, l’idea di fare la rivoluzione. Davigo e la procura di Milano cancellarono con l’arma giudiziaria la mappa dei partiti; Landini oggi punta l’indice sul governo di centrodestra e afferma che «c’è una svolta autoritaria». (Liberoquotidiano.it)

Ne parlano anche altri media

La notizia va sottolineata anche se certamente il mezzo milione di manifestanti dichiarati dai sindacati ieri non sono i famosi tre milioni di Sergio Cofferati, ormai tanti anni fa. (L'Eco di Bergamo)

A partire dagli anni Settanta, gli operai e gli altri lavoratori iscritti al sindacato rosso sono stati cosa ben distinta e talvolta opposta rispetto ai movimenti antagonisti, ai centri sociali e a chi professa odio per le forze dell’ordine e gli altri simboli dello Stato. (Liberoquotidiano.it)

I corretti che si azzannano. Sciopero flop, ma tensione altissima: bel risultato Landini. E già che ci siamo che fine ha fatto la Uil? (Nicola Porro)

Landini: "La libertà della persona passa per la rivolta sociale contro le ingiustizie"

Il primo a pagare questa legge matematica della politica - se esageri nei toni c’è sempre qualcuno che, a tua insaputa, ne approfitta - è proprio il leader sindacale che è subito diventato, appena i giovani dei centri sociali hanno incendiato in effige Meloni e Salvini, il nemico perfetto della destra di governo. (ilmessaggero.it)

Eppure Maurizio Landini non sembra curarsi del rischio. "Noi vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese e per farlo c'è bisogno della partecipazione di tutte le persone", ha affermato, evocando scenari da sommossa. (il Giornale)

“Vedo il rischio che di fronte” alle “diseguaglianze, anziché reagire, uno si rassegni che prevalga la paura, che prevalga la chiusura di ognuno pensando che da soli se lo deve risolvere. Ecco, io penso che proprio perché questa è la situazione, e proprio perché dall’altra parte oggi abbiamo un governo che sta agendo dal mio punto di vista proprio per mettere in discussione le organizzazioni sociali di rappresentanza, perché non vuole governare riconoscendo un ruolo di mediazione sociale ai vari soggetti di rappresentanza, ma pensa di poter comandare senza bisogno di dover mediare come dovrebbe fare qualsiasi governo anche con i soggetti sociali che hanno una rappresentanza, penso che di fronte a tutto questo ci sia bisogno che le persone di fronte alle ingiustizie, di fronte a quello che sta succedendo non si voltino da un’altra parte, ma che ognuno si rivolti di fronte a questa ingiustizia, si metta insieme agli altri anche con solidarietà per cambiare sostanzialmente questa situazione”. (LAPRESSE)