Il ciclismo di Pogacar e Vingegaard: i segreti dei «marziani» che si contendono il Tour de France da 5 stagioni

Per capire com’erano il Tour e il ciclismo prima, prima dell'avvento dei marziani, torniamo al 21 luglio del 2019 quando la 15ª tappa della Boucle si concluse a Foix Prat D’Albis (sui Pirenei) con Tadej Pogacar (19 anni all’epoca) e Jonas Vingegaard (22) per l’ultima volta spettatori davanti alla tv. Quella sera in maglia gialla c’era Julian Alaphilippe, al quarto posto trovavamo l’altro idolo dei francesi Pinot (+1’50”) e al 10° il colombiano Uran a 10’. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altre testate

Parlando con i media nel giorno di riposo a Gruissan, Vingegaard assicura di non aver "perso la fiducia, assolutamente, non crollo mai mentalmente. "Penso che la vittoria sia ancora possibile. (Il Mattino di Padova)

111 della Grand Boucle. Ora lo sloveno ha un vantaggio molto rassicurante sul suo primo inseguitore, che si attesta sui 3' 09", che gli permetterà di vivere una terza settimana in totale tranquillità. (Cicloweb.it)

Tadej Pogaçar è uguale a Merckx ed è una benedizione per il ciclismo degli anni Venti perché rifiuta la tentazione di appoggiarsi su un talento e una superiorità a tratti imbarazzanti e, invece, dipinge capolavori sulle strade dei giri che attraversa. (Panorama)

Pogacar detta legge al Tour de France

Lo sloveno potrebbe eguagliare la leggenda Marco Pantani, che raggiunse il traguardo il 2 agosto 1998. La leggenda si tramanderà ai posteri, l’impresa di Plateau de Beille verrà studiata al microscopio come si deve a tutte le meraviglie della natura. (La Gazzetta dello Sport)

Il 24enne belga aveva attirato l’attenzione per le sue dichiarazioni schiette dopo la tappa di domenica scorsa su sterrato, suggerendo che forse Vingegaard mancava “delle palle per gareggiare” su quelle strade. (InBici)

Tadej Pogacar () ha dato un schiaffo a tutte le critiche. PARIGI. (Il Centro)