Il marcio che non stupisce

L'unica cosa che mi stupisce è lo stupore per quello che è successo, cioè che un magistrato abbia messo per iscritto sui suoi social la sua avversità al governo in carica. Secondo Marco Patarnello, voce autorevole della corrente di sinistra dei magistrati, Giorgia Meloni va fermata, e non soltanto sulla questione del centro di accoglienza in Albania: «È più pericolosa di Berlusconi scrive - ma non avendo inchieste giudiziarie è più forte». (il Giornale)

Ne parlano anche altre fonti

La mail del giudice di Cassazione Marco Paternello ha reso più acuto lo scontro tra politica e parte della magistratura. La contrapposizione ormai è frontale. (il Giornale)

Esistono elementi di continuità e di discontinuità fra le varie fasi dell’uso politico della giustizia, decollato in modo clamoroso nel 92-94, con Mani Pulite ad opera del pool dei pm di Milano, più il pool dei quattro giornali (Corriere della Sera, La Repubblica, la Stampa, più l’organo del PCI l’Unità) con le reti Mediaset, poi proseguito contro Berlusconi quando scese in politica e infine adesso con lo scontro di una parte della magistratura con Giorgia Meloni e il governo di centrodestra. (L'HuffPost)

Non si sarà stupito più di tanto Marco Patarnello a vedere sui giornali la sua mail con cui invitava il sindacato dei magistrati (Anm) a reagire alle riforme sulla giustizia del premier Giorgia Meloni (Liberoquotidiano.it)

Giustizia, ira della Lega: “Magistrato da licenziare”. Al Csm la vicenda della mail

"È una storia più che trentennale: la politica ha abdicato alla sua funzione. Qualcuno ha deciso che la magistratura è infallibile. È più di Dio. Non sbaglia mai. Da qui il giustizialismo populista. (Liberoquotidiano.it)

Preso atto che non c’era niente di utile a imbastire un pestaggio mediatico, ecco che però un’ideona è arrivata lo stesso: prendere alcuni passaggi di quanto scritto nella mailing list interna dell’Anm da Marco Patarnello, stimato giudice di sorveglianza a Roma e anche lui esponente di Md, cucirli insieme e poi gridare all’ennesimo complotto ordito dalle toghe rosse contro il governo. (il manifesto)

Il nuovo nemico è stato scelto, il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini prende la mira con nome e cognome: «Il magistrato Marco Patarnello andrebbe licenziato in tronco, perché dimostra di non avere equidistanza e serenità». (La Stampa)