Assoluzione di Meran, lo sdegno di Fervicredo
Articolo Precedente
Articolo Successivo
“Alejandro Augusto Stephan Meran è incapace di intendere e volere?
È grande lo sdegno dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), dopo l’assoluzione di Alejandro Augusto Stephan Meran, accusato dell’uccisione dei due agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta durante la sparatoria avvenuta il 4 ottobre 2019 in Questura a Trieste.
Perché lui era in giro libero di fare del male, senza controllo, senza cure?
A cominciare dalle Famiglie di questi giovani esemplari che hanno amato il Dovere che li ha portati a morire
Allora chi altri ha responsabilità delle tragiche e assurde morti di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta?
Se ne è parlato anche su altre testate
Per uscire dal carcere, ha ricordato De Nicolo, "serve l'autorizzazione del direttore", che deve rivolgersi alla Procura Non possiamo lasciar fuori un uomo perché deve essere messo in una struttura contenitiva come dice il perito". (Tiscali Notizie)
Avevano invece chiesto la condanna gli avvocati Rachele Nicolin e Cristina Birolla, parti civili per le famiglie Demenego e Rotta “Questa tragedia è una ferita per tutti i cittadini italiani: due bravi ragazzi, giovani agenti, che sono morti così. (Il Fatto Quotidiano)
Meran era accusato di aver ucciso i due agenti Matteo Demenego, 31 anni originario di Velletri e Pierluigi Rotta, 34enne originario di Pozzuoli durante una sparatoria in Questura a Trieste il 4 ottobre 2019. (Cronache Campania)
Secondo l'esperto, Meran «era, all'epoca dei fatti e a tutt'oggi, affetto da schizofrenia, di gravità severa, con episodi multipli». L'omicidio dei due agenti. Meran, accompagnato dal fratello, quel giorno si trovava in questura per rispondere del furto di uno scooter. (leggo.it)
La sentenza della Corte d’Assise di Trieste arrivata nella serata in quanto il fatto è stato commesso da persona non imputabile “per vizio totale di mente”. La sentenza della Corte d’Assise. (Friuli Oggi)
Sicuramente sarà stata rispettata la legge, ma la giustizia per Pierluigi e Matteo, per le loro famiglie, per la Polizia di Stato, per Trieste, oggi è stata umiliata». Tamaro sottolinea come nessuno abbia mai «voluto vendetta, né gli operatori di Polizia, né le famiglie delle vittime, né i “sopravvissuti” a quella vicenda, né i cittadini di Trieste. (Il Piccolo)