Desolante e disperante: com’è diventato affrontare Sinner oggi
Così era Armin Hary , olimpionico a Roma 1960 sui metri 100. Il primo uomo a correre in 10” netti. Il razzo tedesco che bruciava le partenze. Così Bob Hayes , detto Bullet Bob mica per caso. Olimpionico a Tokyo 1964 e poi capace di conquistare il Super Bowl 1972 con i Dallas Cowboys. Così era, in uno sport più simile a questo tennis, Mike Tyson . Quello vero, non la controfigura bolsa ridotta a combattere - si fa per dire - e perdere contro tale Paul, youtuber-pugile. (Tuttosport)
Su altre fonti
Vale la legge del più forte, ma solo con la racchetta in mano: il background sparisce. Jannik è una sorta di arrampicatore sociale del tennis: è partito da una famiglia semplice, non è stato spinto ossessivamente a intraprendere una carriera gloriosa, si è fatto un passo per volta. (La Gazzetta dello Sport)
Quello che accade oggi tra l’italiano e l’americano non è un fatto unico, anzi è abbastanza frequente che le finali di quello che un tempo era noto come il Masters siano incontri già visti nella fase a gironi. (OA Sport)
Jannik Sinner è stato devastante stasera a Torino. In appena un’ora e nove minuti si sbarazza del povero Casper Ruud e guadagna la finale del torneo ATP. Ad attenderlo lo statunitense Taylor Fritz che ha battuto il tedesco Alexander Zverev, secondo tennista più forte del mondo, per 6-3, 3-6, 7-6 al termine di una sfida combattuta sul filo del rasoio. (Terzo Tempo Napoli)
Per Sinner si tratta della sua seconda finale in carriera alle Atp Finals: lo scorso anno fu battuto nel match per il titolo dal serbo Novak Djokovic, assente in questa edizione. Sul veloce dell'Inalpi Arena, nella seconda semifinale il fuoriclasse altoatesino, numero 1 del ranking mondiale, ha travolto in due rapidi set il norvegese Casper Ruud, n. (Liberoquotidiano.it)
Ma per il momento non c'è partita, e poi stasera alle 18 non c'è neppure Sasha Zverev ma Taylor Fritz, quello battuto nella finale degli Us Open, quello che dice che adesso è un'altra cosa. Jannik Sinner è in finale delle Atp Finals, nel tennis non si può mai dire per carità, ma chi può fermarlo? Almeno sul campo, perché per il resto sta crescendo un dubbio fastidioso. (il Giornale)